
Ormai conoscete il mio amore incondizionato per Ferrari, la mitologica realtà trentina che da oltre un secolo produce spumanti Metodo Classico figli di un retaggio aristocratico, con l’ossessiva e costante ricerca della più elevata forma di qualità possibile. Una delle loro etichette che più apprezzo è la Riserva Lunelli, perchè ricerca l’idea di uno spumante ricco che colpisca per la sua complessità già nei primi anni e che sappia anche evolvere e migliorare nel tempo. In questa etichetta il loro Chardonnay – di montagna – diventa grasso e generoso portandosi dietro il ricordo fermentativo del legno austriaco ma anche elegante e sinuoso per conto dei suoi 7 anni passati sui lieviti, nelle silenziose e buie cantine aziendali. Stasera, pesco il carico da 11 e dalla mia cantina decido di prendere la Riserva 2003 – con sboccatura 2010 – un vino eccezionalmente intatto, letteralmente in stato di grazia. Lo verso nel calice osservandone il dualismo cromatico che mette in contrapposizione la bianca e soffice spuma carbonica al giallo dorato e luminoso del Vino; lascio che le due parti si integrino tra di loro e vengo ipnotizzato dal sinuoso salire di numerose piccole bollicine, che viziosamente mi invitano all’emozionante approccio gusto-olfattivo. Sprigiona complessità fin dal primo istante, esprimendo la sontuosa nota di burro fuso – tipica dello Chardonnay maturato in legno – accompagnata da limone candito, mandorla tostata, fiori gialli, miele d’acacia pepe bianco e vaniglia…profumi maturi e ricchi che però vengono piacevolmente rinfrescati da sbuffi balsamici di oli essenziali di agrumi e intriganti richiami salmastri simili al guscio d’ostrica. In bocca è cremoso grazie alle soffici bollicine che massaggiano il palato, entra grasso recuperando la vaniglia e il burro fuso sopracitati, per poi effettuare un movimento a imbuto verso la chiusura, dove lampi citrini assottigliano e dinamizzano il sorso. Ha un finale lunghissimo che una volta acquietate le note citrine spalanca la porta a sapidità e sfumature tostate (di mandorle e caffè)… ancora una volta – se mai ce ne fosse bisogno – sono innanzi ad una grande conferma dell’arte spumantistica di casa Ferrari, capace di creare vini che accettano e dominano la sfida con il tempo, riuscendo a far coesistere eleganza e ricchezza, senza mai risultare eccessivi o ridondanti. Come diceva mio nonno:”La classe non è acqua”… in questo caso è Ferrari.
TheMarchian.