
Un castello rinascimentale, un trentenne romano e Montalcino, qual è il collante che tiene unite queste 3 entità apparentemente agli antipodi? La risposta è semplice, il Brunello di Montalcino. Questo quartetto è raccolto sotto l’egida dell’azienda Castello Tricerchi, una realtà rampante che entra di diritto nella “new wave” del Brunello.

A comprendere le potenzialità delle vigne intorno al Castello Altesi è stato il romano Tommaso Squarcia, che ha deciso di occuparsi del rilancio del marchio familiare. Lui studente di farmacia a Roma, è arrivato a Montalcino nel 2013 ed ha utilizzato le solide fondamenta del Castello per costruire la sua idea di azienda. Esso venne eretto, nel 1441, dalla nobile famiglia Tricerchi, che completò l’opera cominciata nel 1200 dalla Famiglia Altesi, da cui prende il nome. Vicini ai Medici, i Tricerchi ebbero un importante ruolo nella scena politica toscana, poiché vennero elevati a rango nobiliare e successivamente insigniti del ruolo di Governatori della parte meridionale dello Stato di Siena.

Varcando la soglia del Castello si entra in una macchina del tempo, che porta la mente ad immaginarsi, il ponte levatoio, le torri di avvistamento, e i merli oggi coperti dalle tegole del tetto. Ogni mattone potrebbe raccontare una storia ed ogni stanza potrebbe narrare i fatti e i misfatti, di chi nei secoli ha abitato questi 6.000 m² di superficie. Uscendo per un attimo si rimane stregati dalla gaiezza del panorama e ci si può metter comodi ad ammirare le proprietà di Tommaso. Esse si estendono nel versante Nord di Montalcino, su 400 ha di terreno di cui 13 dedicati alla coltura della vite. Le esposizioni delle vigne sono ben diversificate, la maggioranza di esse trova nella parte più bassa un laghetto che porta umidità in autunno e frescura nei mesi estivi. La vigna più importante è quella di fronte alla Cappella della Vergine del Velo, dove le piante di Sangiovese, allevate a cordone speronato, affondano le loro radici in argille calcaree miste a sabbie plioceniche. Questo quadrante di Montalcino è quello con origine geologica più recente, in cui si trovano i segni dell’ultimo ritiro del mare (avvenuto tra i 2 e i 3 milioni di anni fa), e che ha lasciato dietro di sé, sabbie ricche di fossili, limi e argille che donano ai terreni un’ottima fertilità. Qui, l’importante presenza di sabbie fa nascere vini più esili e con tannini garbati e soffusi, molto eleganti e ricchi di vivaci note floreali. Tommaso è un uomo molto intelligente, poiché ha scelto di rispettare il suo territorio, spartendo dalla comprensione dell’uva che nasce dalle sue vigne e arrivando alla definizione di uno stile di lavorazione in cantina veramente attinente e cortese. Nell’antica ghiacciaia, oggi adibita a cantina, utilizza tini in acciaio, da 80 hl, per la vinificazione, seguendo i dogmi del Guru Massimo Castelli, che prevedono lunghe fermentazioni a contatto con le bucce e pochissimi rimontaggi giornalieri. Continuano i dogmi anche nelle prigioni, oggi cantina di maturazione, dove i legni grandi (con capacità che arrivano fino ai 20 hl) lasciano solamente qualche piccolo spazio a pochissime barriques per l’allevamento dell’IGT.

Tommaso è fiero del lavoro che ha svolto fino ad oggi, ma al tempo stesso mantiene l’umiltà di chi è dotato di forte lungimiranza e trova nel tempo il suo alleato più fedele. E’ un vero vulcano di idee, è aperto al confronto e soprattutto rispetta gli altri stili e produttori di Montalcino; poichè più di altri ha compreso fino in fondo il prestigio del brand “Brunello di Montalcino”. Rispetto della classicità e osservazione ambientale sono i due cardini sui quali ha sviluppato il suo pensiero, due credenziali essenziali che denotano intelligenza e comprensività.
La visita finisce all’interno della sala degustazione, dove Tommaso presenta con vanto tutta la sua splendida linea di rossi profondamente ilcinesi.

SANGIOVESE IGT “IULI’O” 2019
100% Sangiovese vinificato in acciaio e poi fatto maturare per 3 mesi in barriques esauste.
Rosso rubino con ancora sfumature violacee, si rivela fragrante e ritmato. I profumi ricordano l’esuberanza del giaggiolo e della violetta di campo uniti ad un vibrante rimando alla ciliegia appena raccolta. Il sorso è pungente al punto giusto, vivace e in tensione, il breve passaggio in legno aiuta ad ammorbidirlo e a renderlo più immediato.
Da sbicchierare alla mescita e perfetto in estate previo lieve raffreddamento in frigorifero.

ROSSO DI MONTALCINO DOC 2018
Ottenuto dai vigneti più giovani posti a circa 250 metri di altitudine. Fermenta in acciaio e poi matura in botti di rovere di Slavonia da 20 hl per almeno 9 mesi.
Il colore si presenta di vivace semi-trasparenza, identitaria dell’areale e del tipo di lavorazione in fase di fermentazione. I profumi sono molto delicati e hanno come protagonisti la rosa dolce, la ciliegia ed un tenue sottofondo di spezie come il pepe bianco e l’incenso. In bocca è dinamico, infatti il sorso ruota tutto intorno alla freschezza data dall’acidità. La componente tannica è soffusa e permette al vino di esprimere la sua completa dotazione aromatica che riporta alla mente la fragranza della ciliegia già individuata al naso. Chiude con una persistenza discreta e molto invitante, tanto da chiamare a gran voce il secondo sorso.
Un Rosso di Montalcino fresco e progressivo, che gioca la sua carta migliore nell’essere immediato ed elegante.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2015
Ottenuta da vigne di 25 anni allevate a guyot e cordone speronato poste a 290 metri di altitudine. Fermenta in acciaio, dove porta avanti una macerazione di ben 30 giorni. L’elevage avviene in grandi botti di rovere di Slavonia da 15/20 hl per 30 mesi.
Si presenta di un rosso rubino elegante e molto luminoso. Il ventaglio odoroso è complesso e appagante. Il primo profumo che mi colpisce è quello della scorza d’agrume, che poi si arricchisce con toni di rosa rossa, chiodi di garofano ed una decisa impronta carnacea. Assaggiandolo mette in mostra un tannino stabile e delicato, che coadiuvato dalla decisa freschezza compone un sorso vibrante e rapido. Sembra un sussurro, ma dopo la deglutizione si apre con il caratteristico ricordo di arancia sanguinella, che benedice il valore di questo splendido Brunello “nordista”.
Si tratta di un Brunello raffinato e soave, snello ma anche presente, uno dei migliori assaggi di questa equilibrata 2015.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG “ANNO DOMINI 1441” 2015
Ottenuto dal corpo centrale della vigna del velo posta a 290 metri. Fermenta in acciaio dove effettua una lunga macerazione a cappello sommerso. Matura in botti da 20 hl per 36 mesi.
Il suo rubino è più chiaro rispetto al Brunello precedente, infatti sui bordi denota una deliziosa sfumatura granata. Si presenta con timidezza, proponendo una netta austerità, che ne delinea i tratti nascosti e ancora da aspettare. Qualche istante e svela il suo essere, fatto di balsamicità di ginepro e rosmarino, che poi devia verso una rinfrescante mentolatura. In bocca è statuario, carico di volume liquido che avvolge completamente il cavo orale. I tannini sono di eccellente fattura, centrati, giustamente marcati e ben incamerati nel sorso. Il finale è molto lungo e lascia spazio ad un binomio di rara eleganza: arancia sanguinella e noce moscata che danzano insieme in un ballo d’amore.
Questo è il segno definitivo della capacità di osservazione di Tommaso, che con innata visione ha compreso le potenzialità di una piccola parte della sua vigna più rigogliosa.
Non c’è che dire, i vini di Castello Tricerchi sono un po’ come i paesaggi che si alternano a Montalcino: umorali, veri e affascinanti. Sono dei distillati di momenti, colori, profumi ed emozioni, racchiusi in un’istantanea di stampo impressionista.

TheMarchian.