
Fine giugno, le giornate lunghe rubano il cuore e convincono la testa a vivere ogni signolo raggio solare con compulsivo entusiasmo. È il momento della condivisione, con amici e parenti, è il momento delle braciate all’aperto, dove il cuoco suda 7 camice di fronte alla calda pira del barbecue. È così che a pochi passi dal mare vien la voglia di santificare il “nimel” (affettuoso termine emiliano che definisce come il maiale sia l’animale supremo) e vengono sfruttate varie parti di prima qualità per dare alla sera un’epica conclusione. Salsicce locali, della costa livornese, da cuocere a fuoco lento, costine e scamerite di mailini maremmani fatte marinare in stile asiatico con il tocco “umami” della salsa di soia. Dalla griglia rovente vengono profusi “fumi di sapore” che chiamano a gran voce un vino che si abbini con grazia e che possa fornire un ampio godimento. È l’istante in cui scelgo di andare sul sicurissimo, infatti prendo il Neromoro 2015. Si tratta di un Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Riserva DOCG, un’eccellenza abruzzese che trova il suo abbinamento migliore proprio con le specialità cotte sui braceri ardenti. È il vino di punta di Fattoria Nicodemi, una splendida realtà del comprensorio teramano, fondata dallo spirito familiare e forgiata con la lungimiranza dell’innovazione. In quel di Notari (dove ha sede l’azienda) viene scelto un unico vecchio vigneto, ancora allevato a pergola abruzzese, per raccogliere i frutti che danno la stoffa al Neromoro. Sono uve pregiate, che vengono esaltate dalla maturazione in barrique francesi per circa 16 mesi. Quello che nasce è un Montepulciano Riserva che coniuga abilmente la suadenza del vitigno alla profondità data dall’età del vigneto e dal ricercato legno transalpino. Si presenta con un carico rosso rubino, fregiato di vividi riflessi purpurei, che mi rammentano la decisa capacità colorante del Re d’Abruzzo. Al naso esplode con sincerità e forza, parte da note fruttate di amarena e poi volge lentamente verso toni più balsamici e “cioccolatosi”. La liquirizia si unisce al rabarbaro, e la noce moscata ai fiori di oleandro. Lo assaggio ed è travolgente, la sua proverbiale morbidezza guida un sorso in cui tannini e acidi sono degli attori secondari, che brillantemente lasciano spazio all’avvento aromatico. Di nuovo, amarena, spezie scure e soavi richiami di cioccolato fondente tornano a conturbare il mio palato. Il finale è lungo, appagante e dotato di una balsamica freschezza che rende il tutto più lieve e compulsivo. Un’armonia totale, che non manca di abbinarsi in modo idilliaco con il misto di maiale alla griglia! Provare per credere my friends, così si comporta il grande Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane!

TheMarchian.