Il gusto di confine – IGP Cotes Catalanes “Rouge” 2013 – Domaine de l’Horizon

Calce, territorio di confine, l’estremo Roussillon, a 15 chilometri dal Mar Mediterraneo e a 30 chilometri dai Pirenei spagnoli. Qui, nella zona che viene detta anche Catalogna del Nord, nel 2006 è nato il Domaine de l’Horizon, l’azienda che rappresenta l’unione d’intenti tra Thomas Teibert e la famiglia Christ, una vivace realtà che ha creduto nel raggiante potenziale di questo ambiente unico e irreplicabile.

Vista satellitare della città di Calce e dei limitrofi Pirenei – Copyright http://www.googleearth.com

La parte più affascinante di questa zona è sicuramente l’aspetto geologico dei terreni, essi sono estremamente complessi ed eterogenei, composti (a seconda delle zone) da marne argillo/calcareee, porfidi e scisti (creati dal disfacimento dei sottofondi di gneiss e granito dei Pirenei). Un’importante varietà di suoli che diventa ancor più caratterizzante grazie al prezioso microclima; per metà scaldato dal tepore del Mediterraneo e per metà rinfrescato dai rigidi Pirenei.

Vista satellitare di Calce e del mare, distante poco più di 15 km – Copyrigth http://www.googleearth.com

Quindi, il Domaine si trova compreso in un confine naturale (in questo caso mare e montagna) e come spesso accade nelle unioni tra due mondi alle antitesi, riesce a generare dei figli capaci di catalizzare i migliori valori dei genitori per creare vini cangianti e impossibili da imitare. Lasciano senza fiato le loro versioni bianche (fatte con Macabeu, Grenache Gris e Muscat a petit grains), per la loro gioiosità nell’esser via di mezzo tra il ricordo di idrocarburo (di tedesco respiro) e la struttura fruttata tipica dei vini che sono vicini al mare. Oggi però concentrerò tutta la mia attenzione sul loro rosso di punta: il Cotes Catalanes Rouge, che rappresenta la calda unione meridionale tra Carignan e Grenache Noir.

La bottiglia di Cotes Catalanes Rouge IGP 2013 di Domaine de l’Horizon

Cotes Catalanes Rouge IGP 2013
Quest’annata rappresenta, eccezionalmente, la purezza del Carignan, che è stato scelto per rappresentare al meglio l’anima di un’annata in cui la Grenache non si è espressa su livelli accettabili per far parte del classico blend del Domaine. La fermentazione tumultuosa si protrae per circa 12-16 giorni, a cui seguono 12 mesi di maturazione in botti dai 500 fino ai 2.000 litri.
Folgorazione immediata, quando mi viene servito nel calice e posso osservarne la colorazione! Un rosso granato vivace e molto scarico, segno dei vini che piacciono a me, quelli che sembrano scarni ma che poi elevano il gusto sino a livelli impareggiabili! I profumi narrano la chiara vicinanza con il mare e ne descrivono tutta la macchia che cresce nei pressi delle pinete marittime. Garrigue, elicriso e lantana parlano di balsamicità floreale, poi cuoio, terra e iodio descrivono la terziarizzazione ed il contatto marino, mentre la componente fruttata si incarna nel ricordo di ciliegie e prugne secche. Il sorso è clamoroso, vivace e completo, si regge su di una inaspettata freschezza, che lancia lo sviluppo aromatico fatto di erbe dell’orto, violetta sbruciacchiata e cuoio. L’impalcatura tannica è sommessa, e lascia così lo spazio ad una raffinata souplesse d’insieme, che rende lo scorrimento del vino impareggiabilmente godurioso e appagante. L’ultimo step, quello della deglutizione, mette in evidenza la sua spinta nella faringe, composta da un legame indissolubile tra incenso e arancia amara!

Compulsivo come pochi, elegante e composto, un vino dal respiro d’antan, di quelli che fanno innamorare dello stile di un territorio, capace di esprimere profumi e aromi di confine, un innato coacervo tra mare e montagna!

TheMarchian.

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