
Incastonato all’interno della splendida cornice altoatesina, si trova il colle Juval, sulla cui sommità svetta un imperioso castello medievale, proprietà di Reinhold Messner (il famoso scalatore). Qua, le alpi, le vigne strappate allo gneiss (roccia metamorfica originatasi circa 300 milioni di anni fa, dall’unione di rocce sedimentarie e roccia madre avvenuta in profondità, in seguito agli spostamenti tettonici), la fresca aria della Val Senales e l’amore di Gisela e Martin Aurich sono i segreti dell’impareggiabile dinamicità del gusto dei vini di Castel Juval-Unterortl. I principali fattori che compartecipano all’idilliaca riuscita di questi prodotti è sicuramente l’ambiente circostante; le vigne sono site tra i 600 e gli 850 metri di altitudine, sono esposte a sud-est e poggiano su terreni caldi e drenanti composti da sedimenti morenici e gneiss, un vero e proprio terroir a sè stante.

I coniugi Aurich coltivano piante di Pinot Noir, Müller Thurgau, Riesling e Pinot Bianco (detto Weissburgunder, cioè Borgogna bianco) seguendo un’agricoltura pulita, armoniosa e molto artigianale. Creano circa 30.000 bottiglie all’anno e hanno il merito di far esprimere nel gusto la particolarità di questo luogo pacifico e ameno.

Da anni conosco, e amo, il loro Riesling, dritto e salino con richiami d’idrocarburo nelle bottiglie più âgée, ma oggi scopro il Weissburgunder, più comunemente chiamato Pinot Bianco, che negli ultimi anni sta rappresentando la chiave di volta per interpretare i terreni e l’ambiente dell’Alto Adige. Dopo decenni in cui era stato relegato a silenzioso comprimario, oggi il vitigno francofono sta tornando di gran carriera a comunicare la speciale interazione con i vigneti alpini, raccontando caratteristiche organolettiche che lo vedono capace di lunghi affinamenti e di rassomigliare molto allo Chardonnay.

Alto Adige Val Venosta DOC Weissburgunder 2018
100% Pinot Bianco proveniente da vigne poste a circa 770 metri di altitudine, dopo la vendemmia fermenta in tini di acciaio e in botti di acacia, dove rimane a maturare lentamente sino alla data dell’imbottigliamento.
Nel calice si tinge di un giallo paglierino di media intensità, vivace e decisamente luminoso. I profumi descrivono la freschezza dell’altitudine attraverso note di timo limonato, scorza di lime e maggiorana, mentre le sensazioni di maracuja, miele millefiori e pepe bianco descrivono il calore dei suoli e il soave tocco del legno in cui il vino ha maturato. In bocca è sospinto da una struttura di medio corpo, completamente giocata su sensazioni di mela golden (ben matura) e citronella. La freschezza è tenue, e mette così in evidenza una gustosa morbidezza che apporta armonia e compiutezza. Il lungo finale si riallaccia al racconto del territorio, attraverso l’unica sensazione che non può essere modificata dalla mano dell’uomo, la salinità!
Splendido esemplare di Pinot Bianco altoatesino questo Weissburgunder 2018, iconico e discreto, da provare assolutamente in abbinamento ad un risotto al taleggio con sedano croccante!

TheMarchian.