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Ecco il sesto “solista”, l’antico Fogliatonda! Si tratta di un vitigno che è stato riscoperto recentemente, dopo decenni in cui era quasi scomparso dai vigneti di gran parte della Toscana. La sua coltivazione fu abbandonata perché, con il tipo di potatura a tralcio rinnovabile (guyot o capovolto), produceva tantissima uva, dando però vini di scarsa qualità. Vista questa sua debolezza i contadini (mezzadri) e i produttori decisero di sostituirlo con cultivar più affidabili e costanti. Tra le poche testimonianze scritte, che sono state ritrovate, ci sono quelle del Conte Di Rovasenda, che nel 1877 dichiarava di averlo trovato nei vigneti del Castello di Brolio, del Barone Ricasoli. Il suo nome deriva dalla particolare forma tondeggiante della foglia, attribuitogli dai mezzadri che coltivavano le vigne toscane. Dai documenti ritrovati sembrerebbe dare i suoi migliori risultati nelle zone del Chianti e nella Val d’Orcia, dove veniva usato in appoggio al Sangiovese per dargli forza, struttura e resistenza all’invecchiamento. Essendo una varietà molto rara, i primi reimpianti sono stati effettuati tramite innesto su altri vitigni, principalmente nella zona dell’Orcia DOC da Donatella Cinelli Colombini, che per prima ha dato nuova vita al Fogliatonda. Grazie al lavoro portato avanti dalla suddetta proprietaria del Casato Primedonne, molti produttori hanno cominciato a credere nelle caratteristiche di questo vitigno, declinandolo in purezza o più comunemente in aggiunta al Sangiovese. È una varietà autoctona toscana che non ha niente a che vedere con il Foglia Tonda trentino, che invece apparitene alla famiglia dei Lambruschi a foglia frastagliata.
Descrizione Ampelografica
Foglia: orbicolare, di grandezza media, intera o con lobi leggermente accennati.
Grappolo a maturità industriale: medio-grosso o medio, di aspetto semi-compatto o compatto, piramidale, alato con una o due ali.
Acino: di media grandezza, leggermente obvoide.
Vinaccioli: in numero medio di due per acino.
Fenologia:
Fioritura: prima-seconda decade di giugno.
Invaiatura: seconda decade di agosto.
Maturazione dell’uva: ultima decade di settembre – inizi della prima decade di ottobre.
Caratteristiche ed Attitudini colturali:
Produzione: abbondante e costante.
Resistenza ai parassiti ed altre avversità: presenta resistenza buona ai comuni parassiti della vite.
Le principali denominazioni in cui è consentito l’uso di questa varietà in Toscana:
DOCG
Carmignano, Chianti, Chianti Classico, Montecucco Sangiovese, Morellino di Scansano, Suvereto, Val di Cornia Rosso, Vino Nobile di Montepulciano.
DOC
Barco Reale di Carmignano, Cortona Rosso, Maremma Toscana, Montecarlo, Montescudaio, Rosso di Montepulciano, San Gimignano Rosso, Sant’Antimo, Val d’Arno di Sopra.
IGT
Alta Valle della Greve, Costa Toscana, Toscano o Toscana.

Il vino ottenuto da uve Fogliatonda, ha un colore rosso rubino compatto che tende al granato. Al naso palesa una importante complessità aromatica legata all’intreccio tra le note floreali di rose e viole con le parti di frutta matura come lamponi e ciliegie. Con l’evoluzione si arricchisce di toni legati al sottobosco, la prugna e la balsamicità un po’ mentolata che lo rende molto longevo. In bocca ha un tannino setoso ed elegante fin dai primi anni, quando ancora deve assorbirlo completamente, che gli permette di risultare soffice e non coprente, mettendo in risalto le caratteristiche di buona spalla acida e profondità retro-olfattiva. È senza dubbio il principe delle varietà minori toscane, con una personalità veramente straordinaria. Nelle versioni affinate in legno si arricchisce di speziature scure legate al cuoio, che lo rendono perfetto in abbinamento ad un piatto di pici al sugo di lucio (il tacchino in dialetto fiorentino) o a fianco di una tagliata di Pluma “Joselito” con mostarda agli agrumi e spinaci gratinati.
TO BE CONTINUED…

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