Grasso e mediterraneo – Toscana Bianco IGT “Lauro” 2015 – Podere La Regola

La costa Toscana, un’area mediterranea baciata dai raggi solari, che insieme alla scarsa piovosità la rendono una zona ideale per la creazione di vini potenti e minerali, che traggono dallo iodio un carattere unico e sorprendente, capace di affascinare tutti i più attenti degustatori. Famosa per i suoi rossi “Supertuscan” nati nell’areale di Bolgheri e poi diffusisi anche nella Provincie di Pisa e Grosseto. Queste aree si prestano molto alla sperimentazione e l’utilizzo di uvaggi francofoni ricorre spesso nei vini ivi prodotti. Dopo anni di dominazione rossista, oggi si stanno manifestando anche fulgide espressioni di vini bianchi caparbi e attinenti al luogo di origine, capaci di confrontarsi – senza timore reverenziale – con regioni molto più famose e tradizionali per l’allevamento di vitigni a bacca bianca. I vitigni che più si prestano alla creazione di vini in quest’areale sono: gli italici Vermentino, Ansonica e Trebbiano e gli esterofili Chardonnay, Sauvignon Blanc, Viognier e Petit Manseng. Sono molti gli sperimentatori diffusi lungo la “West-Coast” (mi piace chiamarla così, per la sua capacità di aver saputo accogliere persone, stili e filosofie, riunendoli in un gruppo eterogeneo e dinamico) e alcuni dei migliori si sono sviluppati intorno al selvatico paese pisano di Riparbella.

Immagine satellitare del comune di Riparbella in Provincia di Pisa – Copyright http://www.earth.google.com

Tra le tante splendide realtà “riparbellesi”, ce ne è una che ha un radicamento profondo nel territorio, grazie alle persone che l’hanno guidata dall’essere una realtà contadina fino a divenire l’avveniristica cantina odierna. Questa è Podere la Regola della famiglia Nuti, un vero gioiello costiero, che spazia la sua intera produzione su di un fronte variopinto e ricercato, partendo dai vivaci bianchi e rossi d’ingresso (come Le Prode, Ligustro e Steccaia) e arrivando ai forti e caparbi Lauro, La Regola e Strido. Questa folta produzione, completata anche da uno spumante da uve Gros Manseng e Chardonnay, rappresenta perfettamente l’evoluzione di questo territorio, che negli anni ha saputo accogliere vitigni alloctoni, integrandoli con maestria nell’identità toscana. Un’unione meticolosa e ponderata, che si è sviluppata nel corso degli anni, attraverso l’osservazione della crescita dei vitigni e le loro reazioni al clima di Riparbella.

Vista tridimensionale dal satellite di Podere La Regola – Copyright http://www.earth.google.com

Lo spirito creativo della famiglia Nuti li ha portati a concepire vini di altissimo livello, poichè capaci di esprimere la perfetta fusione tra vitigno, ambiente e tecniche antropiche. Il vino che ho scelto oggi è proprio un fedele esponente di questi concetti che tanto amo, poichè un vino dovrebbe sempre regalare al degustatore un momento di connessione spirituale con il luogo da cui proviene, altresì verrebbe a mancare la sua anima più profonda e originale. Così è il Lauro, un bianco composto da 70% Viognier e 30% Chardonnay, due vitigni francofoni, giunti a Riparbella per internazionalizzare la produzione e che poi hanno imparato loquacemente il dialetto pisano, segno tangibile di un’integrazione perfettamente riuscita.

Bottiglia di Toscana Bianco IGT “Lauro” 2015

Le uve provengono da viti allevate su terreni composti da sabbie plioceniche e argille rosse, posti a 50 metri di altitudine. Le uve, accuratemente vendemmiate e selezionate, vengono fatte fermentare in barriques francesi (dove svolgono anche la malolattica) e poi vengono trasferite in tonneau per 6 mesi. Quindi si tratta di un bianco ambizioso, con un prolungato contatto con il legno e che deve garantire una struttura importante e ben estratta.
Nel calice si presenta di un giallo dorato molto carico, coadiuvato da una consistenza nettamente palpabile. I profumi sono voluminosi e ben stratificati, immediatamente fanno comprendere la sua natura costiera, attraverso le caratteristiche note di iodio e macchia mediterranea. La parte fruttata dominante è sicuramente riconducibile al Viognier, che dona la sua tipica nota di albicocca sciroppata, che poi viene coadiuvata dal tocco burroso dello Chardonnay. Il godurioso impatto olfattivo viene completato da tratti di vaniglia e pepe bianco che lasciano trasparire il suo pregevole contatto con il legno d’oltralpe. In bocca si rivela avvolgente e grasso, guidato da una morbidezza glicerica, più che pesudo-calorica, con note di frutta esotica (come il mango maturo) e burro salato. Il sorso scorre bene, senza annoiare, anzi declina in modo superlativo il concetto di morbidezza ed equilibrio gustativo. La chiusura si allunga senza troppa fatica, e nella persistenza aromatica intensa rivela tracce di vaniglia miste a resina di pino e sale marino.
Un vino figlio di due culture, quella francese che ha dato i natali ai vitigni e quella della costa toscana che li ha adottati e plasmati, donandogli una profonda anima espansiva e mediterranea.

TheMarchian.

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