Racconto di un estate in bolla

Summertime, momento di vitalità, bagni di sole, festa dell’anima e godimento corporeo nell’atto della ritrovata libertà d’azione. E chi accompagna il gozzovigliare delle nostre viziose giornate del periodo feriale? Ovviamente un liquido che sà bagnare la bocca e lo spirito – ça va sans dire – con deliziosi momenti di effervescente briosità di derivazione enoica. Perciò ho deciso di enunciare in ordine sparso le “bolle” che mi hanno tenuto compagnia (e rasserenato dall’arsura delle fauci) durante questa asciutta estate 2020.

“Lolì“ by Azienda Agricola Toscani

Toscana IGT Rosato Frizzante “Lolì”
Fresco e curioso, prodotto con le uve (100% Syrah) diradate ad Agosto. Rifermentato in bottiglia, nella quale conserva i suoi lieviti (metodo ancestrale) che gli donano brio e quel pétillant garbato, ma anche necessario per fornire la giusta corroboranza al sorso. Del color del salmone, unisce il lieve tocco di raspo alla compulsiva bevibilità, strumento necessario per sancire la perdizione del sorso.

Brut Reserve by Charles Heidsieck

Champagne AOC Brut Reserve
Un classicone che sa accontentare i palati di tutti, capace di recitare la formula dell’equiparazione champagnotta: 33% Chardonnay, 33% Pinot Noir e 33% Meunier. 36 mesi sui lieviti all’interno delle cave della Maison fondata nel 1851, e oggi fiore all’occhiello delle linee del gruppo Piper-Heidsieck. Sempre composto, preciso e ben distribuito. Denota ricchezza, vigore e sensualità olfattiva, ma anche compostezza, chiarezza e goduriosità quando scorre elegantemente all’interno del cavo orale.

“Terzavia” by Marco de Bartoli

Sicilia Grillo Spumante Metodo Classico DOC Brut Nature
Come recita l’etichetta, questo spumante siciliano rappresenta la terza via del Grillo. Il vitigno principe della produzione di Marco de Bartoli e della zona di Marsala. La sua importante dotazione in acidi fissi, lo rende camaleontico e quindi ideale per una continua sperimentazione. Una di queste è stata la sua spumantizzazione con l’arte del Metodo Classico insegnataci dai cugini d’oltralpe. I 18 mesi di autolisi e la mancanza di dosaggio lo rendono sincero e molto esuberante. Il filo di riduzione iniziale crea il pathos dell’attesa e regala una gustosa chiusura salina, anzi salmastra.

“Dans un premier temps” by Dhondt-Grellet

Champagne AOC Extra Brut “Dans un premier temps”
Esaltazione del taglio champagnotto, con favore di maggioranza per lo Chardonnay di Sezanne (50%) accompagnato dal 30% di Pinot Noir e dal 20% di Meunier. Vinificato tra acciaio e barriques con saggia maestria, si mette in mostra per pacatezza e capacità di estrema serbevolezza. Gli agrumi fermentati si fondono con una parte salina in netta evidenza, caratteristica che gli dona un’inarrestabile scorrevolezza. Sorso e corpo in ottimo stato di equilibrio, quasi in souplesse, ma per niente banale o stanco, anzi energico, espansivo ma sempre ben centrale e salato.

“Shaman ‘16” by Marguet

Champagne AOC Grand Cru “Shaman ‘16”
Elargitore di sensazioni ossidative miste a toni liberi da solforose coprenti, questo Pinot Noir aiutato da un 14% di Chardonnay è un vero concentrato di schiettezza. Grand Cru da Ambonnay nobilitato dal legno piccolo e da 24 splendidi mesi di autolisi. Gastronomico è la parola chiave (che lo definisce in toto) grasso e panciuto, a metà tra una renetta ossidata e del burro salato. Compulsivo per naturalezza di scorrimento, è largo e con bolla sottilissima, che carezza soavemente le papille gustative. Piacente e compiacente.

“Carte Or” by Claude Cazals

Champagne AOC Grand Cru “Carte Or”
Sublimazione dello Chardonnay da Craye della Côte de Blancs, in riferimento particolare a Mesnil-sur-Oger. Come per una traduzione si sceglie quali parole adattare, così Madame Delphine Cazals interpreta il “Roy bianco” di Champagne con una visione larga, generosa e molto confortevole. Tra 36 e 42 mesi di autolisi per rendere lo Chardonnay morbido e voluttuoso, ma senza perdere quel marker territoriale di craye che rende il tutto veritiero e radicato nell’ambiente di produzione.

“Special Club 2008” by Gaston Chiquet

Champagne AOC Brut “Special Club” 2008
Millesimo ’08, concentrato negli 84 mesi di lenta autolisi. Il grande Chardonnay di Dizy viene aiutato da un 30% di Pinot Noir, per rendere questo Champagne un ideale portabandiera della sontuosa vocazione dei Cru vicino ad Hautvillers. Il terreno è fondamentalmente composto da gesso, calcare ed argille, dove le piante (più che trentenni) riescono a conservare alti livelli di acidi fissi, senza peccare in crudezza del sorso. Sboccato nel 2016 raccoglie le attese e le lancia in orbita… Profondo e sfaccettato, ha un animo vicino al sottobosco e al burro di Normandia da cui prende in prestito un accenno di morbidezze nel sorso. L’acidità è ancora ben calibrata, mai doma, mai stanca, infatti riesce a creare la suggestione perfetta per abbandonare il ragionamento e abbracciare la passionalità!

“Assemblée” by Bruno Michel

Champagne AOC Extra Brut “Assemblée”
Catalizzatore di attenzioni e di emozioni, questo assemblaggio nato per l’80% dalla 2011 vede dominare lo Chardonnay con un saldo del 22% di Meunier. Le vigne di Pierry (vicino Epernay) hanno più di 30 anni e riescono a trasferire nella massa liquida tutta la profondità gustativa che ci si aspetta dalla blasonata vocazione di questo areale. Malolattica svolta e il mancato dosaggio collaborano per creare presupposti di infinita serbevolezza e godimento. Sembra ancora in fasce, è incredibile come sia riuscito a mantenere una tale vivacità, che quasi se ne frega del processo di autolisi. Quando entra in bocca non da tregua, massaggia, punzecchia e si lascia andare solamente una volta passata la faringe. Vorrei aprirne subito un’altra? Assolutamente SI!

TheMarchian.

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