
Siliceo è l’aggettivo che scelgo per definire un vino che mi ha regalato momenti di positiva confusione sentimentale, durante una recente degustazione. Siliceo deriva da selce (una compattazione rocciosa originatasi dalle arenarie) particolarmente presente nelle zone di Poully-sur-Loire e di Sancerre, dove crea un geniale rapporto d’amore con il Sauvignon Blanc. Siamo nel settore vitivinicolo del nord-ovest francese, più precisamente nell’estremità orientale della Val de Loire, la splendida serie di anse e castelli incuneati sul percorso del fiume Loira. Qui si trovano le due AOC più conosciute (Sancerre e Poully-Fumè), che ricoprono circa 3.800 ettari di superficie. Sono tra le più piccole della regione, ma questo non gli ha impedito di posizionarsi nell’immaginario collettivo come le terre del Sauvignon, un processo di emancipazione enoica creato principalmente da una lodevole capacità dei loro vigneron: la comprensione. Attraverso di essa sono riusciti a limitare gli interventi antropici, lasciando la totale libertà di espressione allo stretto rapporto tra vitigno, ambiente, clima, terreno e storia… in sunto il terroir. Il “Constellation du Scorpion” 2016 è un Sancerre che nasce nel piccolo paese di Sury-en-Vaux (pochissimi km a nord di Sancerre), dove Vincent Gaudry coltiva circa 11 ettari di vigneto. Vincent è un pioniere, che ha avuto il merito di credere e di diffondere l’applicazione biodinamica nel lavoro in vigna (già dal 1993). Le sue vigne sono comprese all’interno di un’area dolcemente collinare (tra i 200 e i 300 metri di altitudine) composta da un suolo fatto di argille, calcare e silex. Queste diverse giaciture dividono le colline della zona in tre parti: quella bassa composta da argille e caillottes (pilloli calcarei di origine alluvionale), quella intermedia composta da stratificazioni calcaree del Kimmeridgiano (createsi 150 milioni di anni fa) e quella più alta composta da rocce di silex (presente già nella preistoria come pietra focaia). Questo splendido Sauvignon Blanc proviene proprio dalla formazione più alta e povera di materiale organico: il silex. Le viti che poggiano su questo suolo creano uve che maturano più lentamente e che poi si trasmutano in vini austeri e molto longevi. Il Constellation du Scorpion di Gaudry è un fedele sunto dei fattori sopraelencati, infatti è il succo perfetto per fermentare e affinare in barriques per circa 12 mesi. Alla fine di questa garbata sosta in legno, il vino si presenta con tutta la sua carica di eleganza e austerità. Ha un colore dorato chiaro, brillante e seducente, che prepara l’apparato olfattivo ad un contatto raffinato fatto di tenui giochi tra passion fruit, pompelmo e melone giallo. Agitandolo con fare compulsivo si concede anche in richiami di timo limonato ed erba bagnata dalla fresca rugiada del mattino. Il sorso è sontuoso, teso dalla ben presente acidità e inconfondibilmente delicato nella sua raffigurazione aromatica. Scorre senza trovare momenti di stanca, anzi ripropone il succo di passion fruit che inonda la faringe con grazia sopraffina. Chiude con una lunghezza impareggiabile, costruita da due componenti: la fruttuosità agrumata e la ficcante salinità. Rimango impressionato da questo Sancerre, che tocca livelli di aristocraticità così soavi da esser quasi inarrivabili. Il segreto del silex è servito, ricordi e aromi che nascono dal profondo radicamento con il suolo siliceo di Sancerre!

TheMarchian.