Redifining Nobile – Visita a Luteraia

Quella di oggi è una visita d’impatto, che ho deciso di fare a seguito di una folgorazione avuta durante la degustazione del Luteraia 2014. Sono passati 5 giorni da quando ho scoperto questo vino, e con rapidità sconvolgente sono già a conoscere gli artefici di questa eccellenza che mi ha lasciato un ricordo indelebile. Arrivo a Montepulciano verso le 10.00 di mattina e seguendo le indicazioni arrivo in zona Luteraia, qui con una rapida occhiata scorgo i vigneti (circa 3,3 ettari) e la piccola cantina, con alle spalle la casa padronale, dove mi aspetta Eugenia Battisti. Lei donna forte e decisa, mi racconta la commovente storia di Luteraia, un’azienda nata, nei primi anni 2000, dalla passione di suo marito Sergio Paolini per la vigna ed il vino artigianale. Quello di Sergio è stato un cambio di rotta repentino, che lo ha portato dall’immacolato ambiente bancario all’imbottigliamento del vino che la sua famiglia aveva sempre prodotto. Come spesso accade con i colpi di fulmine così è stato per Sergio ed Eugenia, che si sono calati totalmente nella nuova realtà e in pochi anni sono riusciti ad affermare un gusto di Nobile di Montepulciano che tracciava una profonda linea di demarcazione con il resto della Denominazione. La loro idea era semplice: lavorare come facevano i contadini di una volta, rispettando prima di tutto la vigna (lavorando in biologico da sempre) e limitandosi ad accompagnare il vino in ogni suo step all’interno della cantina. Dopo tante lodi ed una tranquillità raggiunta, qualcosa si spezza e nel 2014 Sergio lascia questa terra per sempre. Un duro colpo che traspare dagli occhi di Eugenia, ma che le ha dato la forza per riversare ancora più energia nel mantenere vivo il progetto del suo amato marito. Oggi lei è qua, ad accompagnare le sue splendide piante (alcune anche settantenni), cercando di mantenere intatto il fitto legame creatosi con la terra tufacea della sua collinetta. E’ infatti una gradita sorpresa notare la natura geologica di questa frazione alle porte di Montepulciano, una terra circondata da località termali (Chianciano Terme e Montepulciano stessa) che in alcuni punti del vigneto si fa giallastra e e ricca di scheletro sassoso depositato dall’antica attività fluviale.

Da Sx a Dx: vista dalla terrazza della casa padronale, pianta settantenne di Sangiovese, i 3,3 ettari di vigneto visti dal basso.

Il rapido viaggio tra vigne e cantina mi viene presentato da Andrea Matteini, Enologo e stretto collaboratore di Luteraia. Insieme notiamo come il terreno cambi la sua giacitura seguendo l’abbassamento della collina, arrivando a diventare ricco di materia organica nella parte pianeggiante. La cantina è piccola e molto precisa, tutto è in ordine a partire dai tini in cemento (usati per la vinificazione) sino ad arrivare ai tonneaux (usati per la maturazione). Niente di eclatante, si potrebbe pensare… Invece in questo schema enologico così semplice si palesa una variante che mi fa comprendere il motivo dell’unicità del Nobile di Luteraia. Il segreto sta nell’uvaggio, che comprende Sangiovese, Canaiolo, Mammolo e Malvasia bianca. Ecco che tutto si fa più chiaro, la presenza della Malvasia serve a snellire la struttura del Sangiovese di Montepulciano, rivelando una pratica antica, che come dice Eugenia rappresenta “il Nobile di una volta”.

Vista della Barriccaia, con i Tonneaux usati per la maturazione del vino

L’unica etichetta prodotta dall’azienda era il Nobile Riserva (di cui oggi degusto l’annata 2013), mentre dal 2014 è uscita anche la prima etichetta di Nobile di Montepulciano DOCG, ovviamente dedicata al compianto Sergio. Novità di quest’anno è il primo vino della degustazione, il “Literaia”, una visione moderna del vino d’ingresso, imbottigliato in bordolesi da 1 litro, un’ottima trovata per seguire le nuove tendenze giovanili.

Da Sx a Dx: Literaia, Nobile di Montepulciano DOCG 2014, Nobile di Montepulciano Riserva DOCG 2013.

Vino da tavola “Literaia”
Creato tramite la sovrabbondanza di produzione del 2019 è composto da 90% Sangiovese e 20% Trebbiano Toscano.
Colore radiante, molto luminoso e purpureo. I profumi denotano il solo affinamento in acciaio, poichè liberano chiare note di ciliegia unite ad altre più floreali che ricordano il fiore d’oleandro. La complessità dei profumi non è alta, ma la sua miglior funzione è quella legata allo sviluppo nel palato, quando questo litro di rosso si fa largo senza mai annoiare. Una lieve tannicità punzecchia il centro della lingua, mentre lo sviluppo aromatico è ancora un po’ in sordina. Sembra paradossale ma ha ancora bisogno di qualche tempo di affinamento in bottiglia. E’ comunque un ottimo esemplare di vino da mescita.
Funzionale e dissetante.

Vino Nobile di Montepulciano DOCG 2014
85% Sangiovese, 5% Canaiolo, 5% Mammolo e 5% Malvasia bianca.
Fermenta per circa 25 giorni in tini di acciaio con lieviti indigeni con frequenti rimontaggi, successivamente matura per 18 mesi in tonneaux.
Dal colore granato, questo Nobile rivela gioiosamente l’annata che gli ha dato i natali. La fresca 2014 lo rende maturo, donandoci uno stato di evoluzione perfettamente misurato. Il delicato sbuffo di sottobosco si fonde con il lampone in confettura e le viole secche. Denota una misurata balsamicità che entra in connessione con un tracciante carnaceo, vero indicatore dell’esuberanza del grande Sangiovese. Il sorso è rapido e vivace, modulato sul riecheggiare carnoso e sulla maturità dei dolci tannini. E’ soffice, decisamente femminile, con una chiusura che mette in mostra una salinità schiarita dalla minor struttura dell’annata. La persistenza è comoda, delicata e molto lunga, e quando il vino scorre nella faringe si esalta il ricordo dell’arancia sanguinella.
Raffinato e delicato.

Vino Nobile di Montepulciano Riserva DOCG 2013
85% Sangiovese, 5% Canaiolo, 5% Mammolo e 5% Malvasia bianca.
Fermenta per circa 25 giorni in tini di acciaio con lieviti indigeni con frequenti rimontaggi, successivamente matura per 24 mesi in tonneaux.
Splendida annata la 2013, fresca e molto classica, che ad oggi sta descrivendosi nei vini con forme acute e ancora molto incentrate su acidità importanti e inesauribile longevità. Il colore si mostra più fitto rispetto al Nobile 2014, con le bordature che sfumano sino all’aranciato. Niente paura, perchè quello che conta non è la fittezza del colore, bensì la sua vivacità, e questa Riserva 2013 ne conserva ancora molta. Il profilo olfattivo narra una storia di terziarizzazione idilliaca. Essa si ramifica intorno alle note di erbe officinali e descrive vivaci sfumature wild, poi si arricchisce con richiami di pepe nero e menta secca. E’ profondo, emozionante e mi piace contemplarne ogni profumo che si eleva dal fondo del calice… sobbalzo quando percepisco il tabacco dolce, la scorza d’arancia e il timbro di Luteraia: lo spiccato richiamo carnaceo. In bocca si realizzano le aspettative che avevo sull’annata, infatti il sorso è guidato dalla freschezza, descritta come acidità sommata a tannicità. I tannini sono gradevoli, ben inglobati e per niente sbizzarriti. Il finale è monumentale, corroborante e al tempo stesso lunghissimo, qui l’arancia sanguinella si mostra nella sua versione più intensa e rende reale il concetto di vino corroborante.
Sussulti di evoluzione.

Finisco la degustazione e riparto per Firenze, mi sento bene, ho il cuore aperto, di chi è il merito? Di Eugenia e di Andrea che mi hanno regalato una mattinata di conoscenza impagabile, e ovviamente dei loro vini che parlano di terroir e di genius loci usati per esprimere un’irreplicabile unicità.

TheMarchian.

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