Potenza che sarà – Barolo DOCG “Bussia” 2017 – Poderi Luigi Einaudi

La storia italiana è stata scritta anche da un pilastro come Luigi Einaudi, ministro, economista, ingegnere, giornalista, politico e secondo Presidente della Repubblica Italiana. Fu un uomo con la visione del futuro, un padre della democrazia e dello sviluppo industriale, che nonostante la rilevanza dei suoi ruoli pubblici mantenne sempre un forte attaccamento con gli umili valori della sua terra natia. Un saggio pilastro da Carrù, all’interno dell’odierna patria del Dogliani, quella parte di Langhe che origina le più auliche a attinenti versioni del Dolcetto. Oggi è la quarta generazione della famiglia Einaudi a guidare l’azienda, con a capo Matteo Sardagna Einaudi, che ha saputo allargare la consapevolezza aziendale dalle vigne di Dogliani, sino ad alcune delle più quotate di Barolo.

Figura 1 – Mappa degli 11 comuni di Barolo, con focus sulla vigna Bussia nel comune di Monforte d’Alba.

Il vino di oggi è prodotto tramite l’ultimo vigneto entrato a far parte della scuderia degli Einaudi. Esso proviene dal Cru Bussia, sito nel comune di Monforte d’Alba, una delle menzioni più ambite tra gli 11 comuni del Barolo. Questa zona, emersa durante il Serravalliano (tra i 13 e gli 11 milioni di anni fa) origina vini dalla forte struttura, complessi ed eleganti e, cosa molto importante, estremamente longevi. Queste caratteristiche si esaltano grazie al tipo di terreno, che vede alternarsi le “Arenarie di Diano” (una formazione di sabbie compatte gialle e grigie) a marne e calcari (mano a mano che ci si avvicina al comune di Barolo).
Oggi degusto in anteprima il loro Barolo Bussia 2017, che spazza via ogni possibile preconcetto sull’estrazione tattile e sulla maturità aromatica del Nebbiolo in quest’annata così arida e afosa.

Figura 2 – Bottiglia di Barolo DOCG “Bussia” 2017 di Poderi Luigi Einaudi

Barolo DOCG “Bussia” 2017
100% Nebbiolo, proveniente da vigneti tra i 300 e i 350 metri s.l.m. esposti a sud/sud-ovest. Vinificazione e macerazione per circa 25 giorni tra serbatoi d’acciaio e di cemento a cui segue un lungo affinamento in grandi botti tradizionali, prima dell’immissione sul mercato.
Si presenta di un rosso rubino luminoso, che mostra nei tenui riflessi granati, la serenità del suo lungo affinamento. Al naso si presenta in modo rarefatto, quasi a nascondere quelle che diverranno le sue ammalianti armi di piacere. In questo momento comunica evidenti sensazioni di austerità, in cui riconosco le note di ciliegie e lavanda sotto spirito, legate da soventi sprazzi balsamici e tenuamente terrosi. Appena il sorso scorre nel cavo orale si percepisce la sua grandezza, e soprattutto l’attinenza alle caratteristiche che il suo territorio instilla nel Nebbiolo. L’impalcatura tattile è monopolizzata dai tannini, che si mostrano possenti e copiosi. Ancora coprono un chiaro sviluppo aromatico, ma quando cominciano a rarefarsi, il sorso scorre con dinamicità unica sino alla deglutizione. Il finale è lunghissimo, potente, da grandissimo vino!
Da abbinare con un tipico brasato al barolo, possibilmente di Domenica, così potrete assopirvi con somma gaudenza.
La famiglia Einaudi ci ha visto lungo, Bussia si rivela ancora una volta una delle vigne che crea i Barolo più caparbi e di vitalità infinita!

TheMarchian.

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