Essere e non apparire – Latricières-Chambertin Grand Cru 2010 – Chantal Remy

Cos’è l’eleganza per me? Essere, ma non apparire. Esplicando meglio il concetto, vorrei delineare in modo esaustivo il mio pensiero sull’abusato termine “eleganza”. Lo ritengo un sostantivo difficile da utilizzare, poichè capita raramente di imbattersi in persone o cose che lo richiamano; ma quando accade, ogni persona, inconsciamente, conviene alla medesima esclamazione. L’eleganza è quindi classificabile grazie ad una serie di descrittori. Quali sono? Beh, uno su tutti il portamento, poi la gestualità ponderata, l’uso consapevole di un linguaggio aulico, la sobrietà dei comportamenti ed una cura maniacale per i più piccoli dettagli. Volendo compendiare queste attitudini, rafforzerei la mia idea, che la persona o la cosa elegante non cerca di dare nell’occhio, ma è impossibile che passi inosservata, poichè emana una naturale sensazione di placida armonia.

Figura 1 – Le vigne del Latriciéres-Chambertin della famiglia Remy.

La massima espressione di eleganza del mondo enoico è, senza ombra di dubbio, condensata all’interno dei succhi prodotti dai molti vigneron borgognoni della Côte d’Or. Da secoli, con sapienza, conoscenza e sensibilità sono riusciti ad elevare il gusto soave e raffinato del Pinot Noir, il vitigno a bacca rossa che più identifica il terroir di questa serie di vigneti leggendari. Dalle neo apprezzate espressioni di Volnay, Pommard e Beaune, sino alle storicamente acclamate vinificazioni di comuni come: Nuits St. Georges, Vosne-Romanée, Clos de Vougeot, Chambolle-Musigny, Morey Saint-Denis e Gevrey-Chambertin. In queste terre francofone, il binomio uomo-vitigno è un dogma che si basa su radici antichissime, grazie al lavoro dei monaci cluniacensi e cistercensi che già dal XIII Secolo riuscirono ad individuare e ad esaltare le doti composte e raffinate del Pinot Noir.

Figura 2 – Mappa del comune di Gevrey-Chambertin e lente di ingrandimento sul Grand Cru Latricières-Chambertin.

Il vino di oggi, che rappresenta una pietra miliare di eleganza assoluta, proviene dal villaggio di Gevrey-Chambertin, da cui nascono i vini più maschili, potenti e longevi di tutta la Côte de Nuits. In particolare si tratta di un Grand Cru, il Latriciéres-Chambertin situato nella parte sud del comune, cinto dal “Combottes” e dallo “Chambertin”. Ha una grandezza di circa 7,35 ettari e deve il suo nome, probabilmente, alla forma che ricorda un laterizio; di chiara origine latina, da “latericulus”, che significa “appezzamento di terreno di forma simile ad un mattone”. Si tratta di un vigneto diviso tra 11 proprietari, dotato di buona fertilità e che porta le uve ad una maturazione spesso precoce, mitigato solamente dalla soprastante Combe Grisard. Come sovente accade in Borgogna la composizione geologica, dei vigneti, si divide in due parti; composta da argille fini nella parte bassa e ricca di calcare “oolitico” nella parte alta. Un ensemble di fattori che storicamente genera vini di media concentrazione, setosi ed emozionanti, dei fulgidi rappresentanti di raffinatezza liquida.

LA DEGUSTAZIONE

Figura 3 – Latricières-Chambertin Grand Cru 2010 di Chantal Remy

Latricières-Chambertin Grand Cru 2010
100% Pinot Noir che fermenta, per 30 giorni, con uve parzialmente diraspate e matura in barriques (di cui il 33% nuove) per 22 mesi.
Questo vino, figlio di un’annata fresca e longeva, oggi si esalta negli aspetti più intimi ed identitari del suo Grand Cru, andando a definire con dovizia di dettagli la perfetta descrizione della parola “eleganza”.
Si mostra di un tenue e chiarissimo rosso granato, ancora solcato da lucenti riflessi che ne sostengono la vitalità. Il tema autunnale rappresenta il suo incipit di sensazioni, che poi (con il passare dei minuti) si evolve su sensazioni di prugna secca, confettura di ciliegie, genziana, caramella alla liquirizia, sigaro spento, tisana all’anice e incenso. Monumentale, nella leggerezza della sua espressività e poliedrico nella sua continua progressività. Vive in un sorso dall’impalcatura tattile addomesticata, si muove leggero, anzi leggerissimo sulle papille della lingua, facendo scoppiettare qua e la tutto il suo fascino aromatico. L’armonia è raggiunta, la delicatezza pure, la piacevolezza domina e non posso altro che esclamare… eleganza! Poi si perpetua nella faringe, con un infinito riverbero di sottobosco, tartufo nero, liquirizia, cioccolato e mirtilli.
Da abbinare con carré di agnello, fondo bruno e salsa alle barbabietole rosse.

TheMarchian.

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