
Ore 4.00 del mattino di venerdì 10 maggio 2019, la mia vita sta per avere un forte cambiamento, poichè tra qualche ora mi trasferirò ad Anversa. In terra belga passerò un mese e mezzo, provando un nuovo lavoro come stagista presso la stilosa enoteca “La Scoperta”. Parto da casa, lasciandomi alle spalle Lastra a Signa e la mia famiglia, per provare (soprattutto a me stesso) che riesco a cavarmela da solo in ogni situazione. Dietro di me ci sono i ricordi e le mie profonde radici fiorentine, gli amici e i momenti belli che mi hanno formato sino ad oggi; davanti a me l’incognito, un paese del nord Europa, una lingua diversa e tante opportunità. Mentre sono al gate 8 dell’aeroporto Galileo Galilei di Pisa, le emozioni si accavallano, facendomi vibrare internamente come quando esci per la prima volta con una ragazza. In questi momenti di attesa dell’ignoto l’insicurezza sembra prendere il sopravvento, ma vi assicuro che la voglia di mettersi in gioco e la curiosità alleviano il tutto, donandomi chiarezza mentale e certezza del mio obiettivo. Sono le 6.30 e mi sto imbarcando sul volo Ryanair, il viaggio sta per cominciare… il tempo sembra fermarsi e poi improvvisamente vedo un lampeggio sopra la mia testa, è la figura della della cintura di sicurezza e mentre l’hostess recita i consueti movimenti di rito, i miei occhi vanno fuori dal finestrino, per salutare un’ultima volta il mio retaggio toscano…una vocina sembra far capolino dal mio inconscio e dice: “Ciao CASA ci vediamo a Luglio!”. Mi allaccio la cintura e mi appisolo e come un angioletto assonnato, riapro gli occhi quando il capitano annuncia di aver intrapreso le procedure per l’atterraggio. Alle 9.07 tocco il suolo di Bruxelles, prendo il bus e poi il treno e mi accorgo di come la vita e i momenti delle persone siano scanditi dal francese, lingua ostica per noi italiani. Arrivo ad Antwerpen Centraal alle 11.50, e corro impaziente verso la Scoperta. Durante il tragitto a piedi mi guardo intorno, e mi accorgo di quanto qui i ritmi e le abitudini siano diverse rispetto a quelle italiane.
Le case e i palazzi si sviluppano su quattro/cinque piani con i tipici tetti appuntiti con le tegole di ardesia; ho già visto questa architettura nei miei viaggi precedenti, perciò riconosco uno stile che mi piace molto. Dopo 10 minuti a piedi, scanditi da una lieve pioggia arrivo in quella che sarà la mia casa per quasi 2 mesi. Mi accolgono Ruben e Céline (i miei colleghi) ed Inge (la titolare) e mi trovo subito a mio agio, quelle paure che avvertivo prima di partire sono svanite in un batter di ciglia, e penso quanto sia bello fare esperienze e cambiare le proprie abitudini. Dopo un breve pranzo e la discussione degli ultimi dettagli burocratici, comincio a scrutare i prodotti che saranno i miei compagni di viaggio nelle prossime settimane. Rimango colpito dalla bella selezione di etichette selezionate personalmente da Inge, incuriosendomi così tanto da volerli assaggiare tutti. Così passo il mio primo pomeriggio in Anversa a dare una mano in negozio consigliando i curiosi clienti sui vini e su come poterli abbinare. Alle 20.00 metto in moto le gambe e vado in cerca di un posticino carino per la mia prima cena belga, e scelgo un ristorante giapponese. Buono e tranquillo, Ko’uzi, dove scopro la straordinaria forza gustativa della quinoa fritta, una vera bomba in abbinamento alla tartare di tonno!
Verso le 21.30 rincaso per sistemare le mie cose e il sole sta tramontando con molta calma, da un senso di pace e di un ritmo non esagerato, legato ai ricordi estivi in terra toscana. Il soffice piumone dell’Ikea mi aspetta, sicuramente non avrò freddo stanotte…buonanotte.
TheMarchian.