TheMarchian goes to Belgium – Il Diario – Giorno 17

Ore 7.30, la sveglia suona ma io la rimando, questa mattina me la voglio prendere comoda, è domenica e voglio cincischiare un po’ sotto la calda trapunta dell’IKEA. Mi alzo verso le 9.00 e mi faccio una bella colazione, yogurt, fragole e cioccolata alle nocciole, accompagnati da una generosa dose di spremuta d’arancia. Mi siedo in cucina, proprio di fronte al terrazzino e con gli occhi scruto la strada per cercare un po’ di sole. Anversa nelle prime ore della domenica è molto quieta, il cielo alterna momenti di grigiume a luminosi sprazzi soleggiati e per le strade regna il silenzio. Qui il giorno di riposo viene preso molto sul serio, una giusta tradizione che in tante città italiane abbiamo un po’ dimenticato. Oggi purtroppo non andrò in giro a fare il turista ma dovrò stare in casa a cercare di produrre qualche altro contenuto da inserire nella tesi. Come spesso succede le giornate di lavoro al computer portano ad una percezione contorta dello spazio tempo, per cui le ore volano mentre cerco di estrapolare concetti e parole dal mio cervello. Tra la descrizione di un vino e l’altra la sera si palesa portando con se tanti pensieri. Uno di questi è l’importanza di questa domenica 26 maggio 2019, poichè oggi in tutti i paesi dell’Unione si vota per rinnovare le cariche all’interno del parlamento europeo con sede nella vicina Bruxelles. Ragionando penso che mi dispiace non essere in Italia a votare per i miei ideali, ma so che le persone assennate saranno in grado di mantenere un equilibrio partitico che garantirà all’Europa un continuum basato sulle politiche sociali ed economiche che ci permettono di stare uniti sotto il grande e accogliente tetto europeo. So che in questo momento storico i partiti sovranisti, che strizzano l’occhio all’estrema destra, sono in vantaggio e trarranno molti benefici dalle loro campagne elettorali, volte a imbambolare la maggioranza degli elettori con promesse irrealizzabili e toni da guerriglia urbana. Ma allo stesso tempo credo molto nei giovani, nei ragazzi che come me vivono e lavorano ogni giorno per provvedere a tenere in piedi questa incredibile eredità identitaria. Io sono un fiorentino, quindi italiano, ma soprattutto sono un europeo e ne vado fiero, perchè adesso che sono a stretto contatto con uno dei paesi più centrali dell’Unione mi rendo conto di quanto tutti noi siamo fortunati a farne parte. Qui si tocca con mano l’interscambio culturale che quotidianamente alimenta un valore fondamentale per tutti noi: la libertà. Essa viene perpetuata grazie alla possibilità di potersi spostare senza grandi problemi all’interno degli Stati e permette lo stretto contatto con persone provenienti da ogni dove, con conseguente facilità di inserimento in un nuovo contenuto culturale in cui per comunicare usiamo una lingua comune che è l’inglese. Tutto questo è bellissimo e siamo molto fortunati a poterlo vivere, non so se era quello che i nostri nonni sognavano quando i rumori delle bombe e le urla dei feriti squarciavano le giornate durante le due guerre mondiali del 20esimo secolo, ma sono sicuro che non siamo poi così lontani.


TheMarchian.

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