Il patrizio Chardonnay di Gussago – VSQ “Dady” Dosaggio Zero – Divella

Figura 1 – mappa della Franciacorta, con focus sul paese di Gussago, dove ha sede Divella.

Gussago, all’interno della Franciacorta, qui si elevano le terre più antiche di questa zona produttiva così sfarzosa e piena di paillettes. Ci si lascia alle spalle la piana morenica e si sale repentinamente sino a lambire i 400 metri di altitudine, qui tra i fitti faggeti si può scorgere la “cantina work in progress” di Alessandra Divella. Lei rappresenta la nuova generazione del vino bresciano, che cerca di esprimere la sincerità del luogo attraverso microvinificazioni spontanee delle sue parcelle di Gussago. Il sapore dei suoi vini si plasma sulle sue dolci pratiche di vigna e di cantina, partendo dalla serena ed attenta raccolta “familiare” ed “amicale” delle uve, fino a giungere alla delicatissima pressatura effettuata con un piccolo torchio manuale. Un insieme di gesti pacati e passionali, che Alessandra svolge da circa 10 anni tra le mura sassose del suo sogno finale. Dicevo dei terreni, antiche marne argillo calcaree, che donano slancio e avvolgenza allo Chardonnay e profondità salmastra al Pinot Noir. Saggiando le basi che si stanno elevando nei legni piccoli (perchè dopo la fermentazione in cemento, Alessandra passa ogni suo vino in legno) si percepiscono differenze parcellari, che delineano tratti di straordinario lignaggio delle sue uve. Alcune basi sono potenti e “grasse” altre più tese e verticali, altre ancora quasi servizievoli, pacate e discrete; un ensemble eterogeneo che lei sfrutta per concretizzare le geniali idee di vino che sviluppa di anno in anno. È un lavoro mirabile, a tratti geniale, che mi rapisce ogni qualvolta apro una sua bottiglia, ma soprattutto mi rende totalmente dipendente dal passare a trovarla se transito in zone bresciane. Per buona pace di chi le critica la totale ribellione nei confronti del marchio Franciacorta e del Consorzio, posso asserire che molti altri dovrebbero imparare dai suoi gesti e soprattutto dal suo rispetto per l’unicità che la circonda. Perchè sì, i suoi vini sono veramente una rappresentazione mostruosamente attinente della capacità spumantistica di questa regione. Nella mia recente visita ho potuto scoprire il “new born” in casa Divella, il Dady un Metodo Classico dedicato alla zia, creato con uno Chardonnay magnifico e prodotto in soli 970 esemplari.

Figura 2 – Immagini dell’interno della cantina e della vista dei vigneti di Gussago.

LA DEGUSTAZIONE

Figura 3 – Bottiglia di VSQ “Dady” Dosaggio Zero di Divella

VSQ “Dady” Dosaggio Zero
100% Chardonnay raccolto da vigne a 400 metri di altitudine su suoli argillo-calcarei di Gussago. Vinificazione e maturazione della base spumante in legno e successiva autolisi in bottiglia per ben 42 mesi. La base è la vendemmia 2016 che viene addizionata di un 25% di vini di riserva.
Si presenta di un giallo dorato, profondo e percorso da rapide e sinuose bollicine, non eccessive, come si confà allo stile di Alessandra. I profumi si esprimono con forza, intensità ed una complessità che sfiora quasi il barocco. L’incipit è tostato, di caffè, burro noisette, caramella d’orzo e liquirizia, poi si aprono le note fruttate di mandarino cinese e scorza di limoni canditi, chiude con ricordi di noccioline e di fiori di zagara. In bocca è sensazionale, l’attacco palatale è avvolgente, con i sentori aromatici appena descritti che inondano il cavo orale e danno spessore e larghezza. Le bollicine sono tese, si sommano alla sgargiante acidità e insieme danno ritmo al sorso, che scorre dirompente sino al lussureggiante ritorno faringeo del suo strapotere aromatico. Nel suo ultimo respiro, tornano le noccioline candite (un po’ salate) ed il burro fuso, che creano una lunghezza straripante, che lancia in orbita tutta la sua anima.
Da abbinare con un piatto virile come una tagliata di Rubia Gallega, accompagnata da un patrizio purè al tartufo.
Dady, è appena nato e già si rivela come uno spumante straripante, ha un’anima nobile, fatta di pizzi cortigiani ed anche un po’ barocca, resa indomita da una freschezza succosa e saporita, non ho dubbi… è un vino che farebbe esaltare anche Luigi XIV all’interno della sua Versailles!

TheMarchian.

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