
Domenica mattina, mi desto senza il suono della sveglia, perchè un sole acciecante sta entrando nella mia stanza, sono le 5.45 e non riesco a riaddormentarmi. Prendo atto di questa sveglia forzata e ne approfitto per completare la mia routine mattutina. Alle 7.30 ho terminato tutto e di buona lena mi metto a scrivere sul diario. Verso le 8.20 parto dall’appartamento per raggiungere l’hotel dei miei genitori, con cui oggi andrò a visitare la splendida città di Brugge. Il silenzio e la calma della domenica mattina colpiscono anche Anversa, e nel tratto di strada che percorro osservo con piacere la città che ancora deve svegliarsi. Mi ricongiungo con babbo e mamma, e verso le 8.40 ci incamminiamo verso la stazione centrale. Il viaggio in treno è veloce, tranquillo e soprattutto preciso come un orologio svizzero. In poco più di un’ora e mezzo arriviamo alla stazione di Brugge, così verso le 10.35 ci incamminiamo verso il centro storico della città.
La prima particolarità che salta all’occhio sono gli splendidi canali che attraversano tutto il complesso di case ed edifici cittadini, l’acqua non è molto bella (somiglia ad una poltiglia verdastra) ma vederla in mezzo alla città (in stile Venezia) è molto affascinante. Ci addentriamo nel cuore storico di Brugge e troviamo le prime piazzette circondate da edifici in stile gotico, con le alte facciate e i tetti neri appuntiti.
Decidiamo di visitare il Gruuthusemuseum lo splendido palazzo quattrocentesco adiacente alla imponente Chiesa di Nostra Signora. Il museo, contenente pezzi pregiati della storia medievale di Brugge, si sviluppa all’interno di quella che fu la residenza di un importante mercante che riscuoteva la tassa sul “Gruut”, una mistura di erbe e spezie che si aggiungeva durante il processo di produzione della birra. Nelle opulente sale si ritrovano attimi di vita, documenti mercantili, mappe, quadri, arazzi e mobili perfettamente conservati, che raccontano la vocazione commerciale di Brugge e di come il mare e la costruzione dei canali furono importanti per questa città.
Appena fuori dal museo si può ammirare il retro della Chiesa di Nostra Signora ed il suo alto e compatto campanile, un angolo perfetto per scattare foto interessanti. Tutta questa cultura ci ha messo fame e ci sediamo per un pranzo fugace accompagnato da una doverosa birra, in questo caso una Brugge Tripel.
Nel pomeriggio ci avviamo verso la grande piazza centrale detta anche Grote Markt (piazza del mercato) che si estende per 1 ettaro e comprende diverse tra le più importanti strutture cittadine. Una di esse è il Beffroi o Belfort, la torre civica usata in passato per conservare il tesoro cittadino e per controllare l’orizzonte. Dopo 366 scalini, e a circa 83 metri di altezza questa è la straordinaria vista che si cospetta dinanzi ai temerari camminatori.
Dopo la ventosa e riflessiva pausa sul campanile scendo e proseguiamo il giro turistico di questa città bomboniera.
Canali e scorci mozzafiato sono facili da trovare e sulla strada del ritorno alla stazione ci fermiamo a visitare il complesso di residenza delle Beghine. Esse erano delle suore laiche che dedicavano la loro vita ad aiutare i più deboli e gli ammalati, e che quindi potevano vivere gratuitamente all’interno di piccole abitazioni semplici ed essenziali. Ognuna di esse era dotata di un chiostro interno per la preghiera.
Finito l’interessante giro nella casetta tipica di una Beghina ci dirigiamo con calma verso la stazione, e decidiamo di tagliare per il parco dove un tanti ragazzi riposano sui prati ai bordi del canale, beandosi di una giornata soleggiata dal sapore estivo. Prendiamo il treno e torniamo verso Anversa, arriviamo alle 19.30 andiamo a cenare sotto la cattedrale, optiamo per un hamburger buono e ricco di sapore da Manhattan burgers, una catena di qualità, non come il Mc Donald’s. Finita la cena saluto i miei che rivedrò domani prima del loro rientro a Firenze. Sapete, anche se lontani dall’Italia oggi è stata una domenica in famiglia, una di quelle cose che ti mancano quando sei via e che dai per scontate quando le vivi tutti i giorni, perchè sono le piccole cose che ci servono per essere felici.
TheMarchian.