
Il Sauvignon Blanc nella sua massima espressione…dove siamo? Ma ovviamente nella Valle della Loira, precisamente a Le Nozet una piccola frazione di Saint Andelain, dove sorge il candido e maestoso Chateau du Nozet, la bianchissima roccaforte che custodisce i segreti dello stupefacente “Baron de L” di proprietà del Barone Patrick de Ladoucette. In questo luogo, dove ordine e precisione regnano sovrani, nasce e prende forma quella che all’unanimità è considerata la migliore espressione di Sauvignon Blanc al mondo, un vino meticoloso, studiato e calibrato in ogni sua minima sfaccettatura, che vede la luce solamente nelle migliori annate. Il suo tratto distintivo è lo straordinario equilibrio, che viene raggiunto tramite il pignolo assemblaggio di uve provenienti da vigne con sottosuoli diversi. Una parte di esse proviene da zone argillose con importante presenza di silex (una roccia sedimentaria di origine silicea, molto dura), che imprimono nel vino longevità, mineralità e grande sapidità, mentre l’altra parte proviene da zone con forte presenza di calcare Kimmeridgiano (stratificazioni calcaree compatte con all’interno presenza di conchiglie fossili), che mettono in evidenza la struttura, aumentando la densità colorante e la ricchezza fruttata. L’unione di queste differenti parcelle porta alla creazione di un vino cadenzato e pacato, che non si sbilancia mai ne da una parte ne dall’altra, una sorta di metronomo, che conscio della sua speciale attitudine all’invecchiamento costringe i curiosi amanti del vino a conservarne gelosamente più di una bottiglia, perchè nessuno vuole perdersi lo spettacolo della pietra focaia. Cos’è lo spettacolo della pietra focaia? E’ quel momento in cui all’interno di un Pouilly Fumè si risveglia il profumo affumicato della pietra focaia, un’aroma varietale che il Sauvignon Blanc sviluppa solamente in questa specifica zona del mondo, grazie all’interazione tra le vigne più vecchie (oltre i trent’anni), il terreno e il clima della verdissima Loira, esprimendo con eleganza un unicum, fino ad oggi, irripetibile. La nobiltà del “Baron de L” è un continuum che parte dalla vigna e arriva fino al packaging, il suo contenitore è una bottiglia panciuta di colore marroncino con un collo slanciato, sormontato da un cercine largo e smussato, che idealmente riprende la forma delle caraffe usate nelle corti francesi nel 18esimo secolo, con l’unico eccesso rappresentato dalla “L” incoronata che regalmente identifica le aristocratiche origini del Barone. Ok, vi ho mentito purtroppo non sono in Loira, bensì a Colorno (simpatica cittadina in provincia di Parma) e sto seguendo la lezione sui vitigni profumati del Master di Sommellerie che sto frequentando, e dopo varie belle espressioni di Sauvignon transalpini stiamo servendo il tanto atteso “Baron de L 2015”. La forma del cercine amplifica il sinuoso movimento del vino, che nello scorrere all’interno del calice acquisisce un movimento calmo e seducente, dando tempo al suo giallo paglierino intenso di incuriosire il nostro spirito di disamina. Al naso è come ce lo aspettavamo, preciso, con quieti profumi erbacei (legati a fiori bianchi ed erbe aromatiche) e note fruttate appena accennate (che ricordano lime e limone), la sua grande mineralità chiude un po’ l’ampiezza dei riconoscimenti olfattivi, ma contemporaneamente ne fa intuire la profondità potenziale, facendoci percepire questa timida austerità come una schiacciante prova della sua inarrivabile eleganza. In bocca l’equilibrio è il sovrano indiscusso, che dall’alto del suo trono lascia intrecciare la sveltezza dell’acidità alla piacevole pienezza fruttata del suo corpo centrale, che all’unisono ci trascinano senza fatica alla deglutizione, fatta di sapidità a non finire, che porta la sua persistenza aromatica ben oltre i dieci secondi. Come farebbero le regole del bon-ton, ci insegna come l’eleganza sia una dote veramente rara, che presuppone attitudine, retaggio e allenamento al portamento, valori che se perseguiti portano alla vittoria definitiva della cura del particolare e della nobiltà d’animo.
TheMarchian.