
Aaaah, quanto è bello procrastinare nel letto la domenica mattina? Ogni tanto adoro prendermi delle mattinate di riposo, perchè grazie ad esse riesco a fare il pieno di energie psico-fisiche che poi disperdo durante le mie molte attività settimanali. È perciò con grande calma e rilassatezza che esco di casa verso le 12.00, l’orario in cui la domenica di Anversa si riempie di vita e cose da fare. Oggi decido di andare a visitare il Museum ann de Stroom (MAS), che è situato vicino alla Schelda (il grande fiume cittadino) nel quartiere a Nord chiamato Schipperswartier. Là dove nel 16esimo secolo sorgeva un grande deposito portuale, oggi si staglia la gloriosa opera ingegneristica firmata dallo studio Neutelings Riedijk Architects. Il progetto si spiega partendo dai materiali: pietra rossa che richiama il passato di Antwerpen e vetro e acciaio che proiettano l’intera struttura nel futuro, questi dettagli sono stati ricercati per fornire al complesso del Museo una visibilità pazzesca all’interno di un panorama di edifici dai colori grigiastri molto simili tra di loro.
Il MAS si sviluppa in altezza, lungo 9 piani di cui 6 con esposizioni museali che vanno dalla free entry raccolta di oggetti della vecchia Antwerpen fino ad una bellissima collezione archeologica sulle popolazioni del Sud-America come Maya e Aztechi. Prima di entrare ad ammirare questa moltitudine di opere decido di fermarmi in uno dei ristoranti che si trovano proprio di fronte al museo, e scelgo il piccolo e meno turistico Orymaz, in cui convivono diverse esperienze di cucina asiatica.
Oggi ho voglia di pesce e per cominciare ordino un calice di Cava (lo spumante spagnolo) per accompagnare le saporose nuvole di granchio che mi hanno servito come appetizers. Il primo piatto è un tataki di tonno rosso con wasabi, salsa teryaki e semi di sesamo, ricco di sapore; con la carne di tonno perfettamente scottata, che quasi somiglia ad una bistecca di manzo.
Poi scelgo un piatto misto tra sushi e sashimi, un test per sentire la reale qualità della carne che utilizzano, ed essa è magnifica, il tonno è pieno di sapore e muscolosità, mentre il salmone è morbido, succoso e non troppo grasso; menzione d’onore per il riso che dimostra di essere stato cotto alla perfezione ed è ancora tiepido (come tradizione vorrebbe).
Una volta finita la seconda portata mi servono un sorbetto di mango su cui versano un piccolo shot di sake, una tradizione che serve a riequilibrare il palato in vista dei prossimi piatti. Si tratta di un intramezzo riuscitissimo in cui il sorbetto, dolcissimo, fatto con mango maturo si sposa alla lieve alcolicità del sake e insieme riescono a ripulire molto bene il cavo orale.
Ho spazio per un ultima pietanza, calamari impastellati e fritti, accompagnati da una brumoise di peperoni in agro-dolce e insalatina di cavolo cappuccio, che abbino ad un calice di Rosè della Côte di Rhone. È un piatto meraviglioso, c’è la parte croccante della frittura, la tenerezza della carne del calamaro e la piccantezza/dolcezza dei peperoni. Dopo essermi strafogato di bontà ringrazio e faccio i complimenti al proprietario e mi avvio a visitare il museo, felice e sazio. Pago dieci euro di biglietto e comincio il mio viaggio all’interno del MAS, entro alle 14.30 ed esco alle 17.00, mi soffermo in ogni livello e mi prendo il mio tempo per osservare la ricchezza di opere che sono contenute al suo interno. In questo complesso reticolo di cultura trova spazio anche l’esposizione temporanea di due lavori che riguardano il famoso architetto belga Le Corbusier, uno su la realizzazione del distretto di Linkeroever in Anversa e l’altro sulla città di Chandigarh in India.
Scalando i piani si ha accesso a varie panoramiche dei punti d’interesse d’Anversa, peccato solo per la giornata molto nuvolosa… La parte che più mi convince è l’esposizione archeologica dell’ottavo piano (sulle civiltà del Sud-America) in cui sono conservati oggetti bellissimi e molto particolari.
Concludo il mio giro nel Museo andando fino alla terrazza panoramica del nono piano, ma tutto sommato era molto più interessante quello c’era dentro alle sale espositive.
Appena finisco il mio giro mi incammino verso casa, vado a darmi una rinfrescata e a cambiarmi d’abito perchè questa sera il mio collega Ruben suonerà al pub Gitanes con la sua band Jazz, perciò mi aspetta una serata all’insegna della buona musica e della buona birra.
TheMarchian.