Su il sipario! – Visita a Tenuta Casenuove

Figura 1 – Mappa dei comuni del Chianti Classico e posizione di Tenuta Casenuove all’interno dell’areale di Greve in Chianti.

L’eccitazione si mischia con il terrore, il sipario si sta per sollevare, gli artisti sono trepidanti e gli spettatori impazienti… una domanda si palesa da entrambe le parti… come sarà lo spettacolo? Mantenere le aspettative. È un pensiero ricorrente, che definisce la costante incertezza che abita l’animo umano; da una parte la voglia di stupire e dall’altra l’eterna paura di fallire. Sono momenti, prima dell’inizio, che sembrano interminabili, creano una coltre di nubi nei nostri pensieri… ma poi, magicamente, si diradano quando si alza il sipario. Ecco che le scene catalizzano l’attenzione, glorificano le lunghe prove e creano armonia nel teatro…

Figura 2 – Da Sx a Dx: l’ingresso a Casenuove e la vista esterna degli edifici principali.

Oggi ad essere sotto pressione è il team di Casenuove, splendida Tenuta nella parte Nord del paese di Panzano, che si rivela ufficialmente al mondo. Il giovane team guidato dall’esperto Alessandro Fonseca, alza il sipario e mette in scena una premiere ricercata e ricca di dettagli per stupire i fortunati spettatori. Sei lunghi anni, tanto, è passato dal momento della nascita del progetto visionario di Philippe Austruy, durante i quali l’azienda è stata rilevata, ripensata, ristrutturata ed elevata a brillante esempio di gusto estetico e utilità pragmatica. Arrivando dalla SP 118 ci si trova dinanzi a vigneti che disarmano per la loro bellezza, sono irti e tutti rivolti verso la perfetta esposizione a sud-sud/ovest; essi circondano gli edifici che ospitano i vari momenti del lavoro, strutture d’epoca (alcune già create nel 1600) degnamente rinnovate e rese sontuosamente accoglienti.

Figura 3 – Da Sx a Dx: lo splendido tavolo adibito per il pranzo, la bottiglia del neonato “ZiiK” e gli gnudi d’ortica.

Durante il pranzo, creato ad hoc dallo Chef Pietro Aprigliano, viene presentato il neonato “Ziik”, un rosè spumantizzato con il metodo Charmat, creato attraverso i grappoli di Sangiovese vendemmiati precocemente, una pratica moderna per “non buttare via niente” e rendere utili anche i diradamenti pre-vendemmiali. Si tratta di un vino molto delicato, dalle fattezze “provenzali”, con un basso residuo zuccherino ed una serbevolezza davvero rimarchevole. Ottimo in abbinamento con gli gnudi (ricotta ed ortica) al burro e salvia.

Figura 4 – Da Sx a Dx: Scaglie di galestro rosso e vista dai vigneti più alti di Casenuove.

Lo spettacolo entra nel vivo quando la degustazione si trasferisce in una candida saletta che guarda la lontana vallata della Pesa, qui si racconta la storia del nuovo corso di Tenuta Casenuove, si susseguono tutte le annate prodotte di Chianti Classico, Chianti Classico Riserva, Toscana IGT e l’anteprima del Chianti Classico Gran Selezione. Un viaggio dalle prime vinificazioni del 2015 sino ad oggi, che narra di un’evoluzione stilistica legata principalmente alla comprensione del territorio, avvenuta grazie alla vinificazione per parcelle, che ha fatto sviluppare una profonda consapevolezza del modus operandi da seguire. L’approccio è legato al voler esaltare il Sangiovese (principe dei vigneti chiantigiani) e le differenti peculiarità che esprime all’interno dei vigneti. Essi si diramano tra i 350 e i 480 metri e poggiano su terreni ricchi di scheletro, con particolari faglie di galestro rosso che appaiono soprattutto nelle zone più elevate. Una grande sfida per Cosimo Casini e Maria Sole Zoli (gli enologi interni) che nel corso degli anni hanno saggiato, provato ed evidenziato il carattere teso e vibrante di questa parte di Panzano. Sono proprio loro, a sottolineare l’approccio della proprietà e della squadra di Stéphane Derenoncourt (l’enologo consulente, molto attivo nel Bordeaux) che è volto ad esaltare la tipicità e a contrastare l’omologazione.

Figura 5 – Dettagli delle vasche di cemento usate per la vinificazione.

LA DEGUSTAZIONE

Figura 6 – Bottiglia di Chianti Classico DOCG di Tenuta Casenuove.

Chianti Classico DOCG 2015
80% Sangiovese, 18% Merlot e 2% Cabernet Sauvignon, vinificati in cemento e maturati tra cemento e legno (tonneaux e botti da 25 hl).
Granato scuro e profondo, sa di amarena e liquirizia, di cuoio e cioccolato bianco, senza mancare in toni terrosi e balsamici. Il sorso accoglie una placida evoluzione, con tannini morbidi ed un finale di ciliegia sotto spirito a cui si mischia il ricordo di caramella al rabarbaro.

Chianti Classico DOCG 2016
Si fregia di un granato più vivace e si imposta sul medesimo carattere balsamico. Sa di canfora e confettura di frutti rossi, di carne e violetta profumata, di menta piperita e di scorza d’arancia secca. Il sorso è indirizzato dalla freschezza, pizzica e regala un finale di succo di ribes bianchi.

Chianti Classico DOCG 2017
Si mostra di un rubino che tende al granato, più trasparente delle annate precedenti. Sa di rosmarino e ginepro, di rosa appena sbocciata e di frutta rossa ben matura. Il sorso è molto panzanese, caldo e guidato dall’impalcatura tannica, chiude con un netto e inevitabile sapore di succo d’arancia sanguinella.

Chianti Classico DOCG 2018
Si mostra di un rubino molto scarico e genuinamente vivido. Rievoca nuovamente i tratti balsamici e fa brillare sensazioni di eucalipto, cannella, pepe nero e ciliegia sotto spirito. Il sorso è finissimo, guidato dalla perfetta coesistenza di tannini ed acidi. L’alcol va in secondo piano e sussurrando, il vino palesa aromi finali di succo di ciliegie e tarocco siciliano.

Figura 7 – Bottiglia di Chianti Classico Riserva DOCG di Tenuta Casenuove.

Chianti Classico Riserva DOCG 2016
85% Sangiovese, 12% Merlot e 3% Cabernet Sauvignon, vinificati in cemento e maturati tra tonneaux e botti da 25 hl per circa 12 mesi.
Il colore è un rubino chiaro che devia verso il granato, sa di rosa e viola appassite, di eucalipto e pepe di Sichuan, di rosmarino e di erbe officinali. Il sorso è più corposo della stessa annata di Chianti Classico, mantenendo però la stessa finezza floreale. Finisce con un raffinato riverbero di chiodi di garofano e succo d’arancia rossa.

Chianti Classico Riserva DOCG 2017
100% Sangiovese.
È di un rosso rubino molto scarico, sa di terra bagnata e segatura di ruggine, di durone e fiori di oleandro, di lavanda e succo di lamponi. Il sorso è in gran movimento, ancora un po’ asciugante ma dotato di una indomabile succosità. Finisce su toni di lamponi e pepe bianco.

Chianti Classico Riserva DOG 2018

Sangiovese con un tocco di Cabernet Sauvignon in co-fermentazione.
Rosso rubino di chiara semi-trasparenza, inizialmente introverso poi cede su toni di frutta rossa schiacciata, ginepro, rose rosse appena colte e nocciola secca. Il sorso è ripido, in cui interagiscono alacremente acidi e tannini, finisce salino ma ancora parco nella proposta d’aromi.

Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2018
100% Sangiovese proveniente dai vigneti più alti della Tenuta, con sottofondo di puro galestro rosso.
Rubino fitto e semi-trasparente, sa di ferro e gelè di lamponi, di fiori appena messi ad appassire e di cenere spenta, di boero e di maraschino. Il sorso sviluppa un carattere fruttato, morbido e saporito. Finisce lunghissimo, con una sensazione univoca legata ad una commistione di frutti rossi.

Figura 8 – Bottiglia di Toscana IGT di Tenuta Casenuove.

Toscana Rosso IGT 2015
60% Sangiovese e 40% Merlot, vinificati in cemento e maturati per 12 mesi in barriques e tonneaux.
Si veste di un granato profondo, sa di cioccolato al latte e ferro, di china e prugna essiccata. L’energia del sorso, viene smussata dall’effetto del legno piccolo, che porta ad un finale un po’ troppo repentino ed eccessivamente “cioccolatoso”.

Toscana Rosso IGT 2016
È di un granato profondo, molto evoluto, sa ti salsa di soia e funghi secchi, di cenere spenta e di prugne secche. Il sorso rievoca l’evoluzione materica percepita al naso, con toni di sottobosco che si mischiano ad uno spillo d’acidità. Il finale si siede, rivelando un vino troppo evoluto.

Toscana Rosso IGT 2017
80% Merlot e 20% Sangiovese.
Ha un colore scuro, rubino sui bordi e quasi blu nel centro. Sa di maggiorana e rosmarino, di barbabietola rossa e mirto, di succo di mirtilli e di cannella. Il sorso è vispo, con succo e materia del Merlot e freschezza del Sangiovese. Il finale è slanciato, solido e giovanile, di ottima prospettiva.

Figura 9 – Due opere dell’artista Loris Cecchini, all’interno dello spazio espositivo nel cuore di Panzano.

L’ultimo atto dello spettacolo di Casenuove si svolge in centro a Panzano, dove un edificio tinto di giallo canarino, ospita una mostra delle opere di Loris Cecchini. Dall’evidente “Waterbones” alle altre, tutte creano una sorta di movimento statico, una visione dell’artista che riesce a creare forza cinetica sulle superfici e a catturare l’istante in cui si dirama il movimento. Un modo raffinato per chiudere lo spettacolo, e per presentare il fascinoso progetto de “Il Vino dell’Arte”, nel quale deflagra il sincero mecenatismo di Philippe Austruy. Oggi a Panzano ho assistito ad uno spettacolo corale, la cui morale può essere condensata con una frase sempreverde: la bellezza salverà il mondo!

TheMarchian.

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