
È giovedì sera, sono a Lucca per una cena speciale… è il compleanno di mio fratello e per suo volere siamo venuti a far godere i nostri appetiti carnivori alla Griglia di Varrone, tempio culinario per ricerca e qualità di carni e tagli pregiati. Dal golosissimo menù scegliamo di dividerci una costata di Rubia Gallega Galiciana, stupendo bovino iberico che crea una carne molto marezzata e con un ricco strato, giallognolo, di grasso sulla parte esterna… novecentocinquanta grammi di sapore vero, carismatico e selvatico. Per accompagnarla scelgo il Palistorti di Valgiano 2015, intrigante esempio della capacità lucchese di creare gran bei vini a base di Sangiovese. Rubino molto luminoso (che preannuncia una bella vena acida) con riverberi ancora violacei che lo rendono scattante e sinuoso. Il suo profumo mi rapisce fin dal primo istante, perchè mette in risalto la violetta di campo condita dalla piccantezza del pepe nero e dalla coinvolgente speziatura dei chiodi di garofano. Un impatto prorompente, che sa profondamente di Toscana e che si allarga a raggera andando a includere frutta rossa, arancia amara e sensazioni ematiche. In bocca scorre con grazia fino al centro bocca, quando il tannino si fa spazio apportando durezza ed un finale, agrumato, lievemente amaricante. È un vino squillante che con le sue asperità di gioventù mi mette appetito e mi invoglia a non smettere mai di berlo, perfetto per lenire la saporosa untuosità del grasso del Rubia Gallega. Lo dedico a Simone, con l’auspicio che possa affrontare il futuro con slancio e piglio, proprio come il Palistorti di Valgiano 2015.
TheMarchian.