
La sorgente da dove sgorgano litri di vini di vignaioli appassionati e coscienziosi si trova a Piacenza. Tra le mura di un Expo abituato a mettere in luce le qualità sincere e territoriali di tanti piccoli produttori italiani. Sorgente del Vino Live 2019 ospita ben 150 vigneron che hanno scelto di sposare l’agricoltura biologica e biodinamica, utilizzando con rispetto tecniche di vinificazione il più tradizionali possibile. Oggi sono qua per scoprire storie di lavoro in vigna, di consapevolezza e di rispetto prima verso la terra e poi verso il consumatore finale. Sono curioso di misurare il mio palato con vini dalle basse percentuali di anidride solforosa, caratterizzati da uno stile vivo e coinvolgente per via delle minime azioni in cantina, votate a fare esprimere al massimo l’anima del vitigno e del suo territorio. Ma basta con i preamboli, andiamo dritti al sodo, che i vini se lo meritano eccome!!
Friuli Venezia-Giulia
RIBOLLA GIALLA 2014 – NATURAL ART –
DRAGA MIKLUS
1 mese sulle bucce e poi in legno di acacia, servono a questa Ribolla friulana per inspessirsi e per creare una compattezza di gusto che normalmente non ha. I profumi si modulano su fiori di camomilla e pungenti sensazioni di mandarino tardivo, al sorso è molto secca e lineare, si fa sentire con la compressione dei sapori a cui abbina una stimolante persistenza sapida, molto territoriale. Inspessimento caratteriale.
PINOT GRIGIO 2016 NATURAL ART – DRAGA MIKLUS
Il timido Pinot Grigio trova una espressione forzuta ed estratta, la lunga macerazione sulle bucce unita alla maturazione in Barrique per ben due anni ha mutato il vino, facendolo diventare quasi un vino rosso. Alla vista è ramato scuro, il naso sprizza energia da tutti i pori, palesando note ematiche e violetta appena colta. È rustico e ancora da inglobare in un sorso che avrà bisogno di anni per snellire la sua forte struttura… Estrazione colorante.
ROSSO 2013 NEGRO DI COLLINA – DRAGA MIKLUS
Un taglio bordolese 50 e 50 tra Merlot e Cabernet Sauvignon, con un gusto nordista, lieve e per niente erbaceo, condito da speziature piacevoli e non eccessive. In bocca ha una bella fluidità, che lo rende dinamico e scattante. Ha uno stile fresco e molto beverino! Frutta scura al Nord.
PERLE D’UVA 2004 – GASPARE BUSCEMI
Può un vino frizzante rifermentato in bottiglia evolvere e migliorare per ben 14 anni?? La risposta è sì, lo dimostra Gaspare Buscemi che con il suo Perle d’Uva 2004 ha definitivamente vinto la sua sfida con il tempo. Incenso e frutta secca dominano il profilo aromatico, che ha un non so che di antico, quasi familiare. In bocca la bolla non è quella lieve di un metodo classico, ma riesce comunque a pizzicare la lingua senza essere eccessivamente graffiante. Lieviti decennali.
ALTURE ROSSO 1992 -GASPARE BUSCEMI
Merlot in purezza che sfida il gusto moderno, proponendo uno stile iconico che mi ricorda le evoluzioni di alcuni top Château di Bordeaux. Rimango colpito nel percepire nettamente il suo svolgimento terziario che porta al naso la stupenda scatola di sigari, che è un timbro iconico dei suddetti mostri sacri. La bocca è dritta e dominata da ferro e acidità, con la parte fruttata assoggettata da linearità e freschezza. Ancienne.
OSSIDAZIONE ESTREMA 1988 – GASPARE BUSCEMI
Un Verduzzo Friulano sorprendente, un po’ in stile Jura. Sviluppato su di una ossidazione in bottiglia che lo ha portato ad esprimersi su livelli altissimi. È affumicato, incensato e mandorlato. Ricorda i profumi della fiera di paese, quando il croccante e le mandorle tostate saturano l’aria. In bocca è impulsivo, si spande con pienezza di sapore e poi viene scosso dalla brillante acidità. Chiude ed esplode in un finale tostato lunghissimo, che impiega dei minuti per acquietarsi. Illimitato.
Emilia – Romagna
METODO CLASSICO 2015 EXTRA BRUT – SAN PAOLO
Pignoletto 32 mesi sui lieviti? Yes, it is! Ricco nel colore e semplice nei profumi di susina gialla ed erbe aromatiche, con lievi tocchi di nocciola. In bocca è secco e dritto, molto sgrassante e perfettamente abbinabile a proposte gastronomiche lievemente grasse durante l’aperitivo. Cruncy Pignoletto.
SAUVIGNON 2015 – SAN PAOLO
10 mesi in tini di ceramica, che donano al Sauvignon, solitamente erbaceo, note di idrocarburo unite ad una grande pungenza agrumata. In bocca mi piace molto per il suo gusto citrino e non stancante, dritto e tagliente, una grande prova di Sauvignon in Emilia! Non è la Loira.
Toscana
TRAMONTO 2015 – VANEMPO POGGIO DI CICIGNANO
Uvaggio da Chianti composto da Sangiovese in maggioranza, Canaiolo e Malvasia Nera, che viene prodotto a Montemurlo in provincia di Prato da un patrimonio di viti vecchie degli anni ’70. Riprende con rispetto lo stile “di una volta”, quello del vino scolorato e di grande bevibilità. Mette in risalto polpa di ciliegia, alloro e arancia sanguinella. In bocca le parti dure sono assoggettate da un impatto alcolico che parla del suo territorio e delle sue esposizioni. La Toscana dei nonni.
AURA 2016 – VANEMPO POGGIO DI CICIGNANO
Nobilitare il nostro caro Trebbiano toscano, ultimamente va molto di moda ma non tutti riescono a concepire vini di questa profondità. In questo bianco di casa Vanempo, lo troviamo aiutato da un po’ di San Colombano (un’uva solitamente utilizzata per la produzione di Vin Santo). Profumi grassi e caldi si abbinano a note di foglie secche, come fieno insilato e petali di tarassaco. In bocca è molto avvolgente, con una parte tannica in evidenza, ed un lungo finale scaldante. Vigore al Trebbiano.
Marche
ROSSOBORDÒ 2015 – VALTER MATTONI
Il Bordò uva tipica dell’Ascolano, interpretata dall’istrionico Valter Mattoni, un vignaiolo con il sorriso e lo sguardo simpatico. Prima acciaio e poi Barrique, per questo vino con un profumo fresco e floreale di violetta, a cui si aggiungono amarena, ciliegia e pepe nero. Piccante e scuro mantiene un sorso non troppo corpulento che lo rende di una beva straordinaria. Violette Ascolane.
ARSHURA 2015 – VALTER MATTONI
Montepulciano 100%, dotato di carattere forte e scuro. Maturato in Barrique di vecchio passaggio per 16-18 mesi, che lo fanno esprimere su toni scuri e balsamici. In bocca, il vino, si fa materico e molto polposo, mantenendo una pizzicante speziatura che interagisce con l’allungo della persistenza finale. Viene vivacemente accompagnato da un bel grip tannico, che vivacizza tutto il sorso. Scuro e balsamico.
Liguria
CINQUE TERRE 2017 – POSSA
Dai ripidi terrazzamenti liguri arriva questo Cinque Terre 2017 maturato per 6 mesi in Barrique di acacia. È composto da 80% Bosco con un 20% di Rossese Bianco. Si dimostra essere un vino ricco e rotondo, con tante sensazioni che ricordano l’albicocca essiccata e la susina gialla molto matura. In bocca ha spessore e bella lunghezza, che acquisisce grazie ai 5 giorni di macerazione sulle bucce. Liguria solare.
U NEIGRU 2017 – POSSA
Un rosso insolito con una composizione che si divide equamente tra Canaiolo e Buonamico. Affina in Barrique di castagno che lo arricchiscono di piccanti speziature che ricordano la paprika dolce. Ha un impatto colorante mediamente intenso con giovanili riflessi purpurei, che preannunciano il suo sviluppo aromatico tra violetta ed amarena croccante. Stimolante ed insolito, si fa bere che è un piacere. Taglio ligure.
CINQUE TERRE SCIACCHETRÀ 2017 – POSSA
Gli acini separati a mano fanno intendere di quanta fatica serva per produrre questo unico ed inimitabile vino dolce che simboleggia un’intera zona, le Cinque Terre. Pigiato con i piedi per non pressare troppo i vinaccioli poi passa in Barrique, alcune di pero e altre di castagno. Il risultato è molto vivace, ancora un po’ giovanile ma carico di aspettative per la sua evoluzione in bottiglia. Pera cotta e mallo di noce ne delineano i tratti principali, in bocca è dolce ma non troppo…proprio come piace a me! Fatica e passione.
CINQUE TERRE SCIACCHETRÀ RISERVA 2015 – POSSA
Grande complessità guida questo Sciacchetrà fino ai miei sensi, grazie ai tre diversi affinamenti che lo compongono. Il vin passa 1/3 in terracotta, 1/3 in acciaio e 1/3 in gress porcellanato. Il blend finale è cangiante e trattiene tutti i vari sviluppi aromatici che i diversi contenitori gli hanno apportato. È fitto ed elegante, con tostature di nocciola in evidenza ma ancora è all’inizio della sua carriera. Blend multiforme.
Sardegna
MARIA ABBRANCA DE GRANATZ 2017 – SANNAS
Granazza in purezza che affronta ben 60 giorni di macerazione sulle bucce, prende la sua forza alcolica e concentrata dai terreni granitici della Mamoiada. Si rivela con profumi caldi ma anche eleganti, che indicano una perfetta sanità delle uve utilizzate per questo lungo lavoro di estrazione. Miele, zafferano e albicocca essiccata si alternano dando un sorso corposo e profondo, un po’ pesante ma veramente intrigante. Granazza che scalda.
MARIA PETTENA 2017 – SANNAS
Rosato da Cannonau macerato sulle bucce della Granazza, ha un colore ramato intenso, che mostra una struttura rara per un vino “de saigné”. Mette in fila lavanda e frutti rossi maturi, che in bocca si traducono in possanza e caparbietà. Rosè a chi?
BOBOTTI 2017 – SANNAS
Cannonau della Mamoiada, dalla forza netta e concentrata. Fermentato in plastica e maturato in botti di legno esauste. Viola, ciliegia e noce moscata lo definiscono con fare vibrante di chi ancora è un po’ esuberante. La bocca è composta da pura materia, che si mette al servizio della natura mediterranea dei vini di Nuoro. Esuberanza granitica.
BOBOTTI + 2017 – SANNAS
Viene dalle vigne vecchie e si sente, perchè esprime forza ed austerità. È ancora un bambino se penso alla sua possibilità evolutiva, lo dimostra esprimendo centralmente dominanti sentori di grafite. A cui si uniscono liquirizia, goudron e tanta prugna secca, che collaborano all’apporto di fenoli e robustezza, che sono tipici di questa calda zona sarda. Vite vecchia fa buon vino.
Bene! Siamo giunti al termine di questa stimolante rassegna. Qua abbiamo assaggiato una vera e propria espressione stilistica, mista tra rispetto della tradizione e lavorazioni volte a conservare il più possibile gli aromi spiccati e ben riusciti dei vini. Consapevolezza e sostenibilitá completano un percorso ricco e stratificato, fondato sull’adattamento pedoclimatico e la bravura dei vignaioli pieni di voglia e caparbietà, che con sacrificio portano a termine il lungo e faticoso lavoro della madre terra. Piacenza si rivela, ancora una volta, terra di scoperte e di condivisione, di chiacchierate con i vignaioli e di interessanti scambi di opinione, grazie a Sorgente del Vino e soprattutto grazie alla natura!
TheMarchian.