Quando un sogno si realizza – Visita a Tenuta San Guido – Parte 1

“I cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti, mi balzarono incontro e mi guardar…” raccontava Giosuè Carducci viaggiando verso il paese marittimo più famoso della Toscana. Oggi, un po’ come il poeta, ci sentiamo trasportati in questa immagine evocativa, mentre percorriamo il lungo viale dei cipressi. In questa soleggiata giornata invernale non proseguiamo fino alle mura del paese, bensì ci fermiamo dinanzi al cancelletto nero che delimita le cantine di Tenuta San Guido. Mentre varchiamo la soglia, ci guardiamo intorno… di fronte a noi due grandi edifici in mattoni, nei quali avvengono la fermentazione e la maturazione del vino italiano più acclamato di sempre… il Sassicaia! Un ambiente elegante e preciso, quasi zen, che vive di un’armonia naturale così serena da lasciarci tutti senza fiato. Alti cipressi si alternano a folte siepi di alloro, che uniti ovattano la Tenuta, riuscendo nell’arduo compito di proteggere i meticolosi cantinieri dal rumoroso clamore esterno.

Facciamo qualche passo nel curatissimo giardino, in cui si alternano basse siepi di bosso e bellissimi olivi secolari. In questi veloci attimi percepisco dove sta la vera grandezza di Sassicaia, nella semplicità, priva di fronzoli, un’ambiente in cui trova spazio solamente l’essenziale, che curato in ogni singolo particolare fa comprendere la natura elegante e non oppressiva del concetto aziendale dei Marchesi Incisa della Rocchetta. Accompagnati da un senso di quiete abbandoniamo il rilassante giardino per introdurci all’interno dell’edificio in cui si svolgerà la visita guidata. Entriamo in una sala vetrata con al centro un bellissimo tavolo di legno (ricavato dalle panchine della Lapacho, vecchio stadio del Boca Juniors). Ai lati, si stagliano due alte vetrate che proteggono e mantengono la temperatura delle due enormi sale di maturazione del Sassicaia, in cui riposano le prossime due annate (2017 e 2018).Con un grande sorriso ci accoglie Benedetta, che con garbo e minuziosità ci racconta la storia che ha creato la leggenda dell’enologia italiana. Una storia che nasce nei primi anni ’40 dall’estro lungimirante di Mario Incisa della Rocchetta, che per primo intuì il grande potenziale enologico di un territorio snobbato da tutti. Con lei parliamo di territorio, zonazione, investimenti e tecniche specifiche per garantire ogni anno il massimo della qualità. Con molto trasporto ci guida alla scoperta di alcuni particolari interessanti e meno conosciuti della classica storia, che troviamo ben descritta in moltissimi libri e articoli. Le parole di Benedetta sono talmente romantiche e narrative da trasportarci in un viaggio che sembra non finire mai. Ritorniamo con i piedi per terra quando ci mostra la prima bottiglia di Sassicaia mai prodotta, la 1945 con un tenore alcolico bassissimo di 10,5 gradi, una rarità che rappresenta l’impianto basale del grande successo dei vini di San Guido.

Il racconto prosegue parlando di vigne, quella di ieri (la più famosa, posta sotto la Fortezza di Castiglioncello) e quelle di oggi (ben 127 ha), che hanno il beneficio di essere protette da una riserva naturale del WWF, che dal mare va verso Donoratico. Si parla di amicizie tra grandi famiglie del vino, tirando in causa cognomi del calibro di: Antinori, Guerrieri Gonzaga, Mouton Rotschild, Satta, Meletti Cavallari e altri grandi personaggi che hanno contribuito a scrivere la storia del vino mondiale.

Ascoltando il dinamico passato comprendiamo il glorioso presente di Tenuta San Guido, che con il suo grande charme spinge l’immagine di una intera zona vitivinicola, con una sola ed unica mission: rappresentare il meglio del meglio. Identificare il top della qualità è un grande onore per la famiglia Incisa della Rocchetta, che con rigidità maniacale impone degli standard lavorativi elevatissimi, in cui nessun particolare viene lasciato al caso.


CONTINUA…

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